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Un giardino d'estate
Non siamo di fronte a un capolavoro; ma per chi ama la natura e sa assaporare la solitudine questo libro è assai godibile.
Il testo può essere considerato la continuazione di "Il giardino di Elizabeth".
Qui la vicenda si svolge fra maggio e settembre : intenzione della protagonista è "restare da sola per l'intera estate, e giungere all'essenza della vita. (...) Là fuori (...) tutto è silenzio e dove c'è silenzio, ho scoperto, c'è la pace" .
Non proprio "sola" : nella dimora contornata dall'ampio parco ci sono il marito, L'uomo di Rabbia, e le tre deliziose bambine che portano i nomi dei mesi della primavera, Aprile, Maggio, Giugno.
Per quanto ho letto dell'autrice, la Von Armin non mi pare scrittrice di trame e intrecci. Riesce meglio, come qui ,in sfumature biografiche, non ingombrata da troppe vicende e non attorniata da molti personaggi.
Ama gli spazi aperti che lascino aleggiare tra le pagine, lieve, la brezza primaverile. Sicuramente è donna di fiori, sensibile com'è ai colori e profumi che la natura ci offre. Troppo intelligente per non sapere che "la felicità viene da dentro, e non dall'esterno" , e "l'amore per i libri è una vera benedizione".
La scrittura si presenta particolarmente bella, dotata di una leggerezza profonda e non priva di un umorismo 'molto inglese' : la signora, che ama sdraiarsi "sull'erba a guardare le nuvole" e sentirsi "contenta di essere viva", desidera solo che tutto proceda senza sussulti, convinta com'è che il marito non veda l'ora di pronunciare "quel commento tanto prezioso per il cuore di una donna sposata : 'Mia cara, te l'avevo detto' "!
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Buona lettura, quindi.
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