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Maurice & Rosemary
I coniugi Ransome non avevano fatto altro che trascorrere una serata all’opera a sentire “Così fan tutte” – perché si sa, Mozart era fondamentale per il loro matrimonio senza figli – quando presero contezza dell’accaduto: la loro meravigliosa e perfetta abitazione era stata “rapinata” anzi no, come giustamente l’ha corretta il marito, “svaligiata perché le rapine si fanno in banca, una casa si svaligia”. Una data, quella del “Così” in cui i due si ritrovano letteralmente “Nudi e crudi”.
Eh si, perché questa coppia di imborghesiti coniugi di mezza età, lui avvocato pedante, granitico, rugginoso e lei, casalinga annoiata e abitudinaria, vengono semplicemente privati di ogni bene, anche il più impensabile come lo scopettino del gabinetto, la moquette, il rotolo di carta igienica, il guanto da forno verde necessario quale promemoria per ricordarsi di spengere lo scaldabagno.
Un testo ironico, quello presentato che potrebbe definirsi un lungo racconto tragicomico ma che nel suo scorrere cela significati più reconditi e profondi. Eh si, perché Bennet, con una penna chiara e concisa, fotografa quella che è una società ricca di pregiudizi e preconcetti, di cui i principali portavoce non sono altro che i protagonisti stessi. Il tutto emerge attraverso la doppia forbice della privazione/relazione. L’autore cioè prima li obbliga a ricominciare dal principio, a rinunciare ad ogni costante, ad ogni abitudine, ad ogni consuetudine e certezza, di poi, li costringe a relazionarsi col mondo esterno, con soggetti diversi, eterogenei e eclettici (dal funzionario di polizia a Martin e Cleo) e dunque a trovarsi di fronte a quelli che sono i loro limiti e tabù.
L’opera di astensione/sottrazione già inequivocabile dal titolo evidenzia dunque non solo il venir meno del bene materiale ma anche di quegli schermi che sino ad allora li proteggevano l’uno dall’altra (come il rituale in cui Mr. Ransome, alla sera, per non dover scambiare quattro chiacchiere con la sua signora, si eclissava col concerto privato in chiave mozartiana). Questa nuova convivenza forzata senza appigli e scialuppe di salvataggio li induce ad avvicinarsi e a conoscersi, forse, per la prima volta. Tutto ciò che precedentemente era tacitamente e reciprocamente accettato da entrambi, è ora libero, privo di confine alcuno. Nemmeno le bugie e/o le piccole trasgressioni esulano da questa ritrovata boccata d’aria nel rapporto coniugale, anzi! Quando rinverranno i loro oggetti, e scopriranno che sono stati addirittura utilizzati da altri, queste verranno ancora più alla luce.
Ma “Nudi e crudi” non è soltanto questo. Altro carattere di grande riflessione è dato dagli stessi protagonisti e dal loro reagire alla vita. Nell’epilogo, lo scrittore ci dimostra come Maurice sia statico, ipercritico, poco incline al cambiamento quando di fatto è la quotidianità medesima ad imporre la versatilità nell’individuo in ogni scelta, in ogni decisione che viene intrapresa. Al contrario Rosemary dimostra un’attitudine spiccata alla mutevolezza, all’evoluzione. Ella fa tesoro dell’insegnamento che l’essere privati di tutto le ha donato, è consapevole di quanto la sua persona sia cresciuta e maturata dall’esperienza, lo confida al marito dichiarandosi ora pronta ad incominciare, essendo, quella sorta di apprendistato, giunto al termine.
Il tutto è avvalorato da uno stile forbito, chiaro, fluente che conquista sin dalle prime battute.
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Aggiungo all'interminabile lista :)
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mi hai davvero incuriosita. Mi segno il titolo.
Fede