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Il pericolosissimo pollo appollaiato
E' il primo romanzo che leggo della Reza e devo dire che le prime pagine mi hanno piacevolmente colpito per la freschezza della scrittura e di alcuni passaggi particolarmente interessanti. Poi però la buona impressione si è fermata lì e il modo di scrivere: frasi semplici e brevi e per associazioni di ricordi (un po' come fa la Tartt) mi ha subito stancato. L'incipit è la parte di gran lunga migliore. La storia fa acqua. Le situazioni dal punto di vista psicologico mi sembrano poco credibili come il dialogo tra Elizabeth e Jean Lino di fronte al cadavere. Non mi piace nemmeno il tipo di solidarietà proposto: una solidarietà monella e un po' irresponsabile, dal sapore tardo adolescenziale. E' per me vagamente sgradevole, il modo in cui vengono espressi giudizi o opinioni sui vicini da Elizabeth e la ricerca di un rapporto particolare di Elizabeth con Jean Lino, come se l'occhiata complice del vicino potesse compensare i due della gabbia esistenziale in cui hanno trascorso e trascorreranno una vita intera ( galera o non galera). I dialoghi simulano una profondità di relazione e di interazione che manca totalmente. La Reza non mi è sembrata una scrittrice indimenticabile. A me però la leggerezza non piace nei romanzi. Magari per l'estate va bene come lettura poco impegnativa.
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Commenti
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Però capisco che la mia è una pretesa esagerata, e che la Reza è una autrice accattivante e che può far presa. Solo non fa presa su di me. Cioè ha fatto molta presa per alcune pagine poi mi ha stancato subito.
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