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Lolita
 
Lolita 2017-06-06 09:06:20 Valerio91
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    06 Giugno, 2017
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Amore, desiderio o malattia?

E' molto difficile recensire un romanzo come "Lolita"...
Che dire, in primis mi aggiungo alla schiera di ammiratori dello stile di Nabokov e dico che, sì, l'incipit di questo suo romanzo è tra i più belli mai scritti: un sunto perfetto, seducente e disperato delle vicende che lo seguiranno.
L'argomento trattato è un tabù, che potrebbe turbare facilmente chi è più sensibile all'inviolabilità minorile, pur non contenendo alcuna scena di erotismo spinto. Ma non sarebbe l'erotismo eccessivo il problema (altrimenti non si spiegherebbe il successo che ancora non mi spiego delle varie Cinquanta sfumature...), ma lo è l'età della piccola Lolita. Dodici anni.
Quello che penso, personalmente, è che la letteratura è piena di personalità negative di vario genere: assassini, depravati e simili. Ma se ci si turba di fronte alla personalità di Humbert, ci si dovrebbe turbare anche personaggi i cui tratti si leggono molto più frequentemente, che magari tolgono la vita a persone una dietro l'altra, accumulando un bel numero anche in poche centinaia di pagine. Il fulcro di questo discorso è che stiamo leggendo un'opera di fantasia, che ci racconta una storia e non ci costringe assolutamente a condividere i pensieri dei suoi protagonisti, e nella maggior parte dei casi non lo fanno nemmeno gli autori che a quelle figure danno vita. Altrimenti ogni scrittore sarebbe un assassino, un depravato, o comunque un avanzo di galera.
Si può disprezzare la condotta di un protagonista, ma personalmente ho letto "Lolita" come avrei letto qualsiasi altro romanzo.

Humbert, diciamolo a chiare lettere, è un pedofilo. Ma è uno di quelli che soffre della sua malattia in silenzio, che spesso se ne vergogna e ne soffre, che non si azzarda ad adescare gli oggetti del suo desiderio depravato. All'origine di questa sua malattia, c'è una passione infantile finita precocemente in tragedia, con il suo primo amore Annabel che morirà improvvisamente per una malattia. Quando conosce Lolita, dodicenne, mentre lui è sulla soglia dei venticinque anni, Humbert rivede la sua amata scomparsa e il suo desiderio si acutizza pericolosamente. Fantasie si fondono con la realtà, anche perché la piccola Lolita è davvero precoce e non fa nulla per distruggere le illusioni del suo "ammiratore", anzi, le fomenta. Humbert è un mostro, ma Lolita è ben lontana dall'essere la bambina innocente che dovrebbe.
Tra varie vicissitudini, Humbert diventerà il padre adottivo di lei: vagheranno senza meta per gli Stati Uniti, soggiornando in squallidi motel, e Humbert riuscirà a saziare i suoi appetiti, ma ne diventerà completamente assuefatto. Coltiverà una dipendenza affettiva senza sbocchi nei confronti della sua Lolita, che lo terrà completamente in suo potere. L'approfittatore verrà completamente consumato dall'indifferenza con cui lei gli si concede, ma non potrà comunque farne a meno.
La malattia di Humbert si macchierà di un amore infetto, completamente inerme, che va oltre lo status di "ninfetta" della sua amata, ma che si legherà indissolubilmente alla sua figura, anche quando Lolita bambina non lo sarà più. Il suo affetto sfocierà molto spesso nel ridicolo e vi ritroverete a scuotere la testa di fronte a tanta debolezza e follia.
Lolita è una vittima, ma fino a un certo punto. Humbert l'accompagna nel suo corso che la porterà a diventare un'anima dannata, ma è un sentiero che aveva già incominciato prime dell'arrivo di Humbert e che non smetterà di percorrere una volta che lui sparirà dalla sua vita.
Questo è sicuramente un libro difficile, sia per il tema trattato sia per la disperazione che impregna ogni singola pagina, trasmessaci magistralmente dall'autore tramite il suo protagonista.
Di sicuro, suscita nel lettore un turbine di emozioni, positive e negative.

"Io ti amavo. Ero un mostro pentapodo, ma ti amavo. Ero ignobile e brutale e turpido e tutto quello che vuoi, mais je t'amais, je t'amais! E c'erano momenti in cui sapevo come ti sentivi, e saperlo era l'inferno, piccola mia. Bambina Lolita, coraggiosa Dolly Schiller."

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