Dettagli Recensione
I segreti di Pip.
Purity, prima ancora di aprire il libro, attira l’attenzione del lettore dalla copertina. Infatti troviamo su di essa il volto di una ragazza (che probabilmente dovrebbe proprio essere la protagonista) di circa 25 anni, con i capelli raccolti e uno sfondo bianco, così come il volto di quest’ultima, che pare quasi fare tutt’uno con lo sfondo. Il bianco logicamente non è casuale, e senza dubbio va a fare da richiamo al titolo, la purezza per l’appunto. Scopriremo poi nel corso del romanzo che di puro in questo libro c’è ben poco, infatti tutti i personaggi hanno i loro scheletri nell’armadio, tranne la nostra Pip (nomignolo con cui Purity viene chiamata fin da bambina) che invece in queste ombre che circondano la sua vita cerca di combatterci e, quando possibile, di venirne a capo.
Il Romanzo è molto consistente, circa 640 pagine, e parla appunto della storia di una ragazza che indagare sul suo passato, e principalmente su quello di sua madre e di suo padre (che non ha mai conosciuto) si “arruola” in un’organizzazione di hacker internazionale ma con base in Bolivia in modo tale da poter combattere il sistema tramite attacchi informatici e rivelazioni di informazioni segrete in stile Wikileaks (l’esempio non è casuale, infatti nel corso della storia verrà diverse volte fatto il paragone con l’organizzazione di Assange e con Assange stesso).
Per fare questo la nostra Pip, dopo un breve briefing in Bolivia, viene andata in casa di un giornalista americano in veste di stagista per cercare di estrapolare notizie importanti da quest’ultimo. In realtà il rapporto tra Pip ed il giornalista (Tom) diventerà subito paterno, un pò meno invece succederà con la compagna di quest’ultimo, Leila, che vede nella nuova arrivata non solo una minaccia (una giovane donna che potrebbe rubarle il marito) ma vede in lei anche sé stessa da giovane.
Il romanzo viene raccontato da diversi punti di vista, un capitolo segue le vicende di Pip, un altro quelle di Leila, un altro quelle di Tom, ed un altro ancora quelle di Andreas (il capo dell’organizzazione). Il linguaggio è sempre lineare e semplice anche se non mancano tecnicismi sulle varie questioni (soprattutto al livello informatico). La storia è senza dubbio avvincente e ben sviluppata, diciamo che le 650 pagine ci stanno tutte, ed i vari intrecci familiari/interpersonali sono ben strutturati e mai scontati. Se proprio devo muovere una critica all’autore è quella di aver probabilmente voluto mettere troppa carne al fuoco, passando dallo spionaggio all’omicidio, attraversando anche Assange, Wikileaks, organizzazioni intergovernative, dittatura, democrazie occidentali, fughe di documenti, etc etc. Insomma a tratti pare di essere entrati direttamente dentro un romanzo di Tom Clancy e spesso alcuni excursus, a mio avviso, potevano essere evitati così da risparmiare pagine ed alleggerire la lettura.
Tutto sommato però l’opera nel complesso appare non solo ambiziosa ma ben strutturata ed elaborata, non ho proseguito infatti con il racconto della trama perché rischierei di fare spoiler sui vari intrecci dei personaggi ma pur non essendo stata cosa facile devo dire che tutti i legami sono ben costruiti e attendibili.
In sostanza un gran bel romanzo che si legge volentieri pur essendo molto corposo e che non lesina colpi di scena. Era il mio primo romanzo di Franzen e devo dire che sebbene nelle prime pagine fossi un pò scettico nel corso del libro mi ha poi convinto a pieno.