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L'amante di Marguerite Duras
 
L'amante di Marguerite Duras 2017-05-23 17:56:30 annamariabalzano43
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    23 Mag, 2017
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“Presto fu tardi nella mia vita”

Sono queste le parole - presto fu tardi nella mia vita – che meglio esprimono il concetto dell’inesorabile e implacabile scorrere del tempo, dell’inutilità di ogni sforzo di fermarne gli effetti devastanti. Ormai donna matura, Marguerite Duras, rievoca gli anni della giovinezza, quando, acerba quindicenne, già attraente e consapevole della sua femminilità, diviene l’amante di un ricco giovane cinese, in quella terra straniera e paludosa che era l’Indocina dove lei piccola bianca di origine francese era guardata con diffidenza e tollerata per puro opportunismo. Il suo amore non ha futuro, nulla nella sua vita a Saigon sembra offrirle una prospettiva di felicità . Il rapporto controverso con la madre, irrequieta e instabile, che ora ama ora detesta, la paura malcelata di essere vittima di un fratello propenso alla violenza, la tenerezza sofferta per un fratellino il cui cuore si arrenderà, il più debole, il cui destino è segnato, perché al mondo non c’è posto per i più deboli, tutto impedisce a questa adolescente di guardare alla vita con fiducia e serenità. Gli incontri con l’amante hanno luogo in un ambiente spoglio e squallido, con pareti imbiancate e un giardino con piante morte per il caldo. “È un luogo triste, il relitto di un naufragio.” Le descrizioni riflettono la tristezza interiore del personaggio. Aleggia ovunque il senso della morte, come nelle foto fatte scattare dalla madre, che divengono immediatamente celebrazioni di un passato mistificato. Nel simbolismo diffuso in tutto il racconto assumono rilievo la presenza del fiume, sempre in movimento, che scorre inesorabile come il tempo e tutto può travolgere, e, in contrapposizione ad esso la staticità della palude indocinese, metafora della palude dell’anima. Un grande piccolo libro che descrive un amore negato, sentimenti sofferti e repressi, dolore e rinuncia: eppure è nella conclusione che la forza dell’amore vince su ogni altro evento della vita, pur rimanendo un amore legato a un ricordo, un amore legato al passato.

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Commenti

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Anna Maria, vedo dal tuo bel commento e dall'alta valutazione attribuita che il libro ti è piaciuto. L'ho letto vari anni fa, e mi ha lasciato un retrogusto sgradevole. Per me, Marguerite rimane Yourcenar.
Si, Emilio, il libro mi è piaciuto, anche se l'ho trovato molto amaro. Comunque sono convinta che la letteratura francese sia sempre stata ed è tuttora tra le più grandi.
Bel commento, ne ho, a distanza, un ricordo tutto sommato buono. Vero ciò che afferma Emilio, duro ma anche nostalgico e per questo bello.
Grazie Laura. È vero, il racconto esprime tutta la nostalgia per il periodo della giovinezza e di quell'amore così impossibile.
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