Dettagli Recensione
Occhio anzi occhio per occhio (di gatto)
Questo romanzo della Atwood è molto diverso dagli altri che ho letto. Niente fantascienza, niente guizzi dell'immaginazione. Una narrazione a sbalzi temporali che alterna passato e presente senza seguire una sequenza cronologica. La narrazione è in prima persona e a raccontare è Elaine, una delle amiche. L' amicizia raccontata è a quattro ma due delle amiche, Grace e Carol sono psicologicamente nulle, per cui l' amicizia si riduce a un rapporto di competizione e di forza tra Elaine e Cordelia con tratti sadomaso versione adolescenziale. Cordelia vuole migliorare l'amica e lo fa punendola, anzi facendola punire dal gruppo compatto delle altre, escludendola, costringendola a umiliazioni e penitenze. Questa parte così lunga e a tratti insolitamente monotona fa pensare a una qualche componente autobiografica che spenga e influenzi la narrazione immettendola nel torrente malinconico della vita vera irrisolta. La relazione tra le ragazze nella sua fase giovanile ha un episodio particolarmente drammatico che non diventa tragico grazie all'intervento miracoloso della Vergine Maria delle Cose Perdute. L'episodio è tra il sogno e la realtà, ma in effetti solo la realtà del fatto giustifica agli occhi del lettore la salvezza della bambina. La Madonna riporta Elaine a casa, l'episodio però lascia il segno e rompe la fase in cui Elaine era disposta a subire qualsiasi cosa e a tacere. Si intuisce che Cordelia è in realtà una bambina con gravi problemi, con enorme senso di inadeguatezza. A fronte di episodi così gravi ci si aspetterebbe una reazione aperta da parte di Elaine o delle scuse dall'altra ma un confronto tra le due non c'è mai. Le amiche si scambiano di ruolo. Elaine diventa la figura forte di un rapporto che definire amicizia sarebbe irrealistico. Mai le amiche si confrontano sinceramente su niente. La mancanza assoluta di dialogo e di slanci e di affetto dell'una per l'altra porta a una monotonia narrativa insolita per l'autrice che mai mi era sembrata noiosa negli altri romanzi. La situazione viene anche analizzata in alcune righe in cui l'io narrante riconosce che il rapporto con Cordelia è sempre stato basato sulla vendetta, una vendetta invisibile e sottile. La vita di Elaine diventa vendetta. Tutta la sua carriera, il suo successo. Infatti è una vita brutta, piatta, morta, senza slanci umani. Il romanzo si riprende nelle pagine finali belle e malinconiche che sfumano la sensazione che al romanzo manchi qualcosa. Un chiarimento, magari. Solo quando Cordelia sconfitta chiede aiuto all'altra (che glielo nega) poi le cose si rovesciano di nuovo e Elaine sembra tornare debole in un'altalena senza senso nè fine. Anche il rapporto di Elaine con gli uomini è poco migliore di quello con l'amica e se è migliore non è certo grazie a lei. La malinconia finale sfuma la sensazione di piattezza e di ossessione e di involuzione che si ha per tutto il romanzo .