Dettagli Recensione
Nell’animo
Il romanzo è strutturato in capitoli alternativamente ambientati alla fine del mondo e nel paese delle meraviglie.
I due uomini, calati nelle rispettive realtà, sembrano trovarvisi a disagio ed anelare ciascuno il mondo dell’altro.
Il “Cibernatico” desidera la limitatezza, dei confini certi, uno spazio delimitato ove non vi sia possibilità di scelta, un luogo scandito dal mutare delle stagioni e dalle quotidiane attività ripetute infinitamente.
Il “Lettore dei sogni” desidera varcare i confini della città fortificata, aprire il proprio cuore anche a chi di cuore non ne sa niente, vorrebbe continuare a sognare piuttosto che vivere di sogni altrui.
I due uomini sembrano vanamente cercare ciò che già, inconsapevolmente, hanno.
Le mura della città del Lettore dei sogni altro non sono che i limiti della propria mente.
La mente edificatrice di fortezze altro non è che la necessità di finitezza del Cibernatico.
Quando il nodo si scioglie e l’Uomo penetra tra le pieghe del proprio io più profondo, il lettore immagina - o forse desidera? - che il Cibernatico ed il Lettore dei sogni, si ritrovino e si completino come ogni uomo è inseparabile dalla propria ombra, come la mente ha bisogno del cuore e viceversa.
Invece il Lettore dei sogni decide di vivere l’eterna inquietudine senza scavalcare il confine, vivrà fuori dalle mura, ma per condizione e non per scelta, come un esiliato, un allontanato dal pacifico regno dei senza cuore.
L’ombra del Lettore dei sogni si allontana da sola, affidandosi ai vortici del fiume che separa l’onirico dalla realtà.
Il Cibernatico, nonostante il desiderio di ordine, si rassegna ad esser condotto dentro un mondo i cui confini si vedono, si toccano e non si oltrepassano.
I desideri del Cibernatico, come quelli del Lettore dei sogni, quando stanno per diventare realtà perdono il loro fascino, diventano fonte di incertezza, come quella del viaggiatore tutto teso verso luoghi ignoti ed allo stesso tempo trattenuto dalla sicurezza del solito tragitto.
Così il romanzo, apparentemente fantascientifico, descrive un viaggio all’interno dell’umana dicotomia tra ragione e sentimento, alla ricerca di un punto di equilibrio che sempre si sposta.
L’invito alla riflessione diviene più pressante sul finire del romanzo, quando la tensione emotiva dei due uomini ha bisogno di sgorgare come una diga contenuta sino al limitare del bordo della vasca.
Mi aspettavo la rottura degli argini ed invece, ancora una volta nel romanzo di Murakami, torna l’attaccamento all’aspetto problematico dell’animo umano, dove tutto, nella migliore delle ipotesi, si evolve, ma mai si risolve.