Dettagli Recensione
...e via discorrendo
"È BUFFO. NON RACCONTATE MAI NIENTE A NESSUNO.
SE LO FATE, FINISCE CHE SENTITE LA MANCANZA DI TUTTI"
Prendete un tipo come Holden Caulfield, con la sua infanzia schifa, il suo berretto rosso da cacciatore con la visiera girata, tutti i suoi "vattelappesca" e compagnia bella.
Prendete la sua dannata voglia di fuggire da tutto e tutti, il suo mettere in discussione chiunque, le sue contraddizioni, il suo rimanere secco di fronte ai libri che gli piacciono e alle donne, sì perché le donne lo fanno proprio ammattire.
Prendete la sua smania di sapere dove diavolo vanno le dannate anatre di Central Park quando arriva l'inverno...
Prendete questo ragazzino di 16 anni che alla domanda "Che cosa vuoi fare? Che cosa vuoi fare veramente?"...lui risponde che vuole fare "l'acchiappatore nella segale".
Vuole essere un verso sbagliato di una poesia!
Vuole salvare i bambini prima che cadano in un burrone mentre giocano...vuole salvare i bambini dal mondo adulto con tutto il suo dannato conformismo, con la sua maledetta ipocrisia e via discorrendo.
Prendete il suo bisogno di parlare col fratellino che non c'è più quando si sente giù di morale, l'amore per la "vecchia Phoebe" (la sorellina di 10 anni)...il suo essere un po' sbruffone, un po' vigliacco, un po' ateo, un po' vergine.
Prendete Holden e tutte queste cose...e ditemi se non vi viene una gran voglia di abbracciarlo...perché dietro tutti i suoi discorsi apparentemente strampalati, il suo linguaggio adolescenziale, le sue continue fughe, si cela una grande, enorme solitudine, e una protesta.
Un grido disperato contro tutto ciò che lui non vuole diventare.
E accidenti se m'è piaciuto questo dannato libro, m'è piaciuto tanto da lasciarmi senza fiato.
E se c'è una cosa che mi lascia senza fiato sono proprio i libri così, con questa scrittura colloquiale che mi manda "in sollucchero", che sembra andare sempre "fuori tema" ed invece è più in tema che mai.
Avrei voluto scrivere questo commento molto meglio, fare riflessioni profonde, usare un linguaggio alto, ma "queste sono cose che per farle bene bisogna essere in vena".
E non lo so mica se a quarant'anni suonati io abbia davvero trovato "la taglia giusta della mia mente", o sono ancora qui a provare idee che non mi si addicono, che non sono adatte a me, o che so io.
Però sono certa che Holden, in qualche modo, la sua dannata taglia l'abbia trovata, eccome!