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L'indecifrabilità del caso
“Quella strana convinzione che le vicende che mi capitano abbiano un senso ulteriore, significhino qualcosa; che la vita con le sue vicende racconti qualcosa di sé, ci sveli gradatamente qualche suo segreto, stia davanti a noi come un rebus il cui senso è necessario decifrare, e le vicende che viviamo siano la mitologia della nostra vita e in questa mitologia stia la chiave della verità, e del mistero. Si tratta forse di un inganno? È possibile, è addirittura probabile, ma non riesco a sbarazzarmi del bisogno di decifrare continuamente la mia vita.”
Quando, alla fine degli anni Quaranta, lo studente Ludvik Jahn aveva spedito a Marketa una cartolina che si burlava dell’ottimismo comunista, egli non avrebbe mai immaginato che quello stupido scherzo avrebbe dato inizio ad un simile viaggio. Espulso dal partito per iniziativa di Zemanek, persa la possibilità di studiare all’Università e costretto a lavorare in miniera, Ludvik vede la sua vita precipitare rapidamente verso un baratro da cui non riesce ad uscire. Chiuso nella sua incomprensione e obbligato alla finzione sociale della vita quotidiana, egli sembra trovare un varco nella mistica figura di Lucie: i due si innamorano, sono persino invidiati da tutti i compagni del ragazzo. Tuttavia, il loro sentimento non si rivela abbastanza profondo, o forse è troppo nascosto nei recessi profondi per rivelarsi: i due amanti sembrano non riuscire mai a toccarsi davvero, poiché Ludvik sembra non esser in grado di afferrare l’anima paurosa della ragazza e Lucie sembra non esser in grado di abbracciare liberamente il corpo del ragazzo. Incatenati nella loro alterità, i due si lasciano e poco dopo Ludvik va in prigione.
I due si incontreranno di nuovo molti anni dopo, negli anni Sessanta, ma sarà solo un attimo fugace, senza ripercussioni. I due sono ormai troppo diversi e Ludvik, tornato al suo paese, viene in contatto con voci che ci erano state già sporadicamente presentate nella prima parte del romanzo. Anche qui abbiamo una storia d’amore, ma la situazione, rispetto alla storia con Lucie, è nettamente differente. Il giovane seduce infatti Helena, la moglie insoddisfatta del suo vecchio nemico Zemanek, col solo scopo di vendicarsi di quest’ultimo. Tuttavia, sembra intervenire un nuovo scherzo del destino: non solo la vendetta risulta un fallimento, essendo anche il rivale ormai disinteressato alla moglie, ma si rivela persino una beffa, poiché la donna si innamora di lui, giungendo ad un tragicomico tentativo di suicidio, scongiurato ancora dal caso.
“Ma allora, chi aveva sbagliato? La storia stessa? Quella divina, quella razionale? Ma perché, in fondo, considerarli suoi errori? Appare così solo alla mia ragione umana, ma se la storia ha realmente una ragione, perché mai dovrebbe essere una ragione che si preoccupa della comprensione umana, una ragione con la serietà di un professore? E se la storia scherzasse? E in quel momento mi resi conto di quanto fosse impotente il mio desiderio di revocare il mio scherzo, quando io stesso e tutta la mia vita eravamo compresi in uno scherzo molto più vasto (per me senza fine) assolutamente irrevocabile.”
Nel finale, dunque, Ludvik torna da un vecchio amico incontrato poco prima, Jaroslav: anche costui, nella ricchezza e nella prosperità, aveva visto deluse tutte le sue aspettative nel figlio e aveva visto crollare tutto quanto aveva cercato di costruire con buone intenzioni. L’indecifrabilità del caso e dei suoi eventi spinge i due amici a riunirsi. Ludvik decide dunque di abbandonare le sue domande irrisolte e le sue turbe mentali, riscoprendo sé stesso nelle sue radici, nei valori che aveva sempre allontanato da sé, nella troppo scontata semplicità di una vita fatta di musica e feste:
“All'improvviso mi venne voglia di mandare tutto al diavolo. Di andare via e smetterla di preoccuparmi di tutto. Non voglio più restare in questo mondo di cose materiali che non capisco e che mi ingannano. Esiste anche un mondo diverso. Un mondo nel quale mi sento a casa e nel quale mi ritrovo.”
Quando tutto sembra volgere per il meglio interviene ancora un nuovo scherzo del caso: alla vista dei giovani ubriachi e festaioli, Jaroslav è preso da una disperazione che ben presto si traduce in un malore. Così, tra l’incipiente riscoperta di sé di Ludvik e l’incapacità di lasciarsi cadere nell’oblio di Jaroslav, si chiude il romanzo, lasciando aperte tutte le domande sul rapporto tra l’uomo e la Storia, tra l’uomo e la vita, tra l’uomo e il caso.