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Le nostre anime di notte
 
Le nostre anime di notte 2017-05-15 10:58:38 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    15 Mag, 2017
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Attraversare insieme la notte

La notte è il momento più difficile per le anime sole. Nel silenzio, risuona forte il ronzio dei ricordi. Nel buio, danzano le ombre dei fallimenti. Nel letto vuoto, il freddo è in grado di penetrare fino al cuore. E le ore diventano interminabili.
Basterebbe una mano da intrecciare alla propria, un respiro accanto da ascoltare quando ci si sveglia, una voce con cui condividere la chiusura delle palpebre. E’ questa allora la proposta che la vedova settantenne Addie fa al coetaneo vicino di casa Louis, armandosi di coraggio: prendersi per mano, per provare ad attraversare insieme la notte.

“Viviamo per conto nostro da troppo tempo. Io sono sola. Credo lo sia anche tu. Stavo pensando se tu volessi venire e dormire con me la notte e parlare”.

Inizia tutto così. Un pigiama e uno spazzolino da denti in un sacchetto di carta. L’imbarazzo di due corpi che si sdraiano per la prima volta accanto. Parole semplici, sussurrate alla luce delle stelle, che ripescano dalla memoria frammenti del tempo passato. La notte allora non fa più paura. Il suo buio e il suo silenzio proteggono il mistero di due solitudini che imparano a conoscersi raccontandosi e che scoprono così di avere ancora tanto bisogno di un po’ di tenerezza.
E’ invece l’arrivo del giorno a complicare le cose. Le maldicenze e gli sguardi curiosi della comunità di Holt. La disapprovazione e gli ultimatum da parte dei figli, adulti e lontani. E la malinconia del tempo che passa, quel tempo che da giovani sembrava infinito, e che adesso appare invece così prezioso, così breve. Ma, forse, non è troppo tardi per un sentimento puro e autentico.

“Non ho intenzione di prestare attenzione a cosa pensa la gente. L’ho fatto troppo a lungo, per tutta la mia vita”

La scrittura di Kent Haruf è una musica soave e delicatissima. Le sue parole non mirano alla perfezione stilistica, ma sono semplici ed essenziali, come le figure pacate e buone di cui narrano. Le sue storie non parlano di avventure o eventi straordinari, ma di vita quotidiana e sentimenti puliti. E lo sguardo che volge sull’umanità è colmo di comprensione e rispetto. Questa voce, così sincera e delicata, è capace così di permeare le pelli più ispessite e i cuori più induriti, lasciando nell’animo una scia di profonda commozione e malinconia.
Senza dubbio un piccolo gioiello letterario.

“Addie spense la luce. Dov’è la tua mano? Proprio qui accanto a te, dove sta sempre.”

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Commenti

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Che bella presentazione, Manuela!

Fra i libri che attendono di essere letti, ho "Il canto della pianura" : così potrò conoscere la scrittura di Haruf.
Complimenti Manuela, bellissima recensione. Hai reso perfettamente l'opera. Brava, brava davvero.
Bel commento, io aspetto ancora.
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lapis
16 Mag, 2017
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Grazie mille, Emilio!
Ero molto curiosa di leggere qualcosa di questo autore e, per caso, ho iniziato da questo breve assaggio. Per conoscerlo davvero, leggerò anche la "Trilogia".
Il mio giudizio si basa sull'emozione che ho provato, non sono una lettrice competente come te.
Per cui non vedo l'ora di sapere anche la tua opinione.
In risposta ad un precedente commento
lapis
16 Mag, 2017
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Troppo buona, Maria! Grazie.
In risposta ad un precedente commento
lapis
16 Mag, 2017
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Grazie, Laura. Ci sono libri che apprezzi o che comprendi, questo è un libro che ho "sentito".
Sono curiosa poi di sapere cosa ne pensi.
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