Dettagli Recensione
Niente è come sembra...
"Mia moglie si è sparata ieri pomeriggio.
O almeno questo è quanto ritiene la polizia, e io interpreto la parte del vedovo affranto con entusiasmo e con successo.
Vivere con Sarah mi ha insegnato a ingannare me stesso, e l'ho trovato anch'io, come lei, un eccellente modo per imparare a ingannare gli altri.
Naturalmente io so che lei non ha fatto niente del genere."
Inizia così, con un incipit bellissimo, questo romanzo che altro non è che un viaggio nella memoria.
Dopo oltre 50 anni un uomo si ritrova a dover comunicare con il se stesso ventenne, a togliere la polvere sotto cui ha seppellito fatti e immagini che avrebbe voluto dimenticare per sempre, a cercare di capire quale sia stato il momento esatto in cui le cose hanno preso la piega che poi ha portato alle conseguenze a lui così ben note.
Qual è stato il momento esatto in cui ha smesso di essere "innocente"?
La sincerità è l'unica cosa che gli resta per riparare alla sua colpa...e intraprendere questo viaggio nelle parti oscure del suo passato diventa imprescindibile.
Quanto, cosa, e soprattutto chi, si è disposti a sacrificare sull'altare del proprio amore?
Quanto può essere calda e rasserenante la coperta dell'inganno?
E quanto atroce una vendetta?
Ripercorrere col pensiero tutta la propria vita, gli errori, i sensi di colpa, le condanne autoinflitte, le debolezze, ci permette di imparare a conoscerci meglio.
Ci permette di piangere ciò che siamo stati, ancor più di quello che siamo poi diventati.
Ovviamente osservare tutto con la consapevolezza di chi "già sa" ci pone in una posizione comoda, privilegiata...da cui risulta facile riconoscere "quanto avremmo potuto essere felici se...".
Questo è ciò che fa James.
Smette di ingannare e di ingannarsi. Si guarda indietro senza fare sconti a nessuno, prima di tutto a se stesso.
"Le bugie sono le sbarre di una prigione, col tempo si solidificano; e una volta che le hai costruite e te ne sei circondato, tutto è perduto."
Mason fa un'operazione di scavo psicologico notevole, e ti spalanca le porte dell'autoanalisi, della riflessione personale sui grandi temi della vita: l'amore (quello puro e quello colpevole), il peccato, la colpa e la sua espiazione, il perdono, la giustizia, la capacità di manipolazione, il coraggio della verità e le sue conseguenze.
Questo romanzo inizia con una buona dose di spietato cinismo e finisce col farti provare grande struggimento...passando per un arcobaleno di emozioni e sensazioni.
Giri l'ultima pagina e ti senti davvero alla deriva...
Unico neo, secondo me, è la collocazione temporale...ha tutte le caratteristiche del romanzo ottocentesco, che stridono un po' con gli anni '90, rendendo poco plausibili alcune cose, ma dopotutto Mason aveva solo 21 anni quando l'ha scritto.
Quindi...chapeau.