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Le ho mai raccontato del vento del Nord
 
Le ho mai raccontato del vento del Nord 2017-05-10 08:18:26 Mian88
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    10 Mag, 2017
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Emmi & Leo.

Emmi e Leo. Leo ed Emmi. Una lettera sbagliata, una “e” al posto di una “i” e lo scambio epistolare tra i due protagonisti ha inizio. Un susseguirsi di mail, questo, che incuriosisce entrambe, ciascuno è infatti affascinato dalla figura dell’altro, anche se “io virtuale”, anche se nel concreto non sa chi “ha davanti”. Eppure, da questo scambio di missive telematiche, ha avvio una conoscenza che porta le rispettive parti ad analizzarsi, riscoprirsi, ad elaborare quelli che sono e che sono stati i rispettivi rapporti sentimentali nonché a rendersi conto che quello che originariamente era un semplice passatempo, un modo come un altro per conoscere una persona diversa, diventa un legame indissolubile, un rapporto che avvince e di cui è impossibile fare a meno, un legame che si riscopre semplicemente amore. Eh si, perché pian piano, parola dopo parola, il mondo resta fuori e lascia spazio soltanto ad Emmi e Leo, a Leo e ad Emmi, ad un uomo ed una donna con le loro incertezze e con le loro fragilità, con i loro timori, con i loro desideri. Resta il dubbio: decideranno di compiere il passo successivo? Decideranno di portare la loro conoscenza ad un piano umano oltre che virtuale? Oppure, sempre a causa di una semplice lettera, una “a” al posto della “i”, alla fin fine questo passaggio dalla vita immaginata alla vita vissuta non verrà compiuto?

«Non si dovrebbe pensare di “perdere” qualcosa”. Se lo si pensa, lo si è perso già» p. 184

L’opera si focalizza interamente sui protagonisti, si estrinseca dunque sotto la forma del dialogo e lascia un minimo spazio a quel che è “il mondo fuori” – dalle descrizioni dei luoghi e/o delle persone che fanno da contorno alla riscoperta coppia. L’autore, attraverso questo scambio di conversazioni, riesce a dar vita ad un universo parallelo ove, senza l’ausilio di immagini visive, è palpabile l’impazienza dell’innamoramento, sono tangibili quelle emozioni che desiderano uscire, espandersi, totalizzare tutto quel che hanno intorno.
E nonostante i protagonisti non siano qualificati da tratti fisici, e nonostante l’assenza di quelle fondamenta che sono proprie del romanzo classico, l’elaborato funziona. Ricrea, con maestria, lo spazio privato, l’intimo che ognuno coltiva dentro di sé lasciando altresì ai personaggi che ne colorano le pagine, il tempo ed il modo di essere se stessi. A più riprese, Emmi, lo sottolinea manifestando il fatto di non indossare quelle maschere (che le sono sempre accanto nella quotidianità) quando, giunge l’ora della navigazione online. Perché dietro lo schermo, non si ha nulla da perdere e nulla da salvaguardare ma solo da guadagnare. Tra i due essa è quella che si fa meno apprezzare perché superficiale, vanitosa e concentrata sull’aspetto fisico suo – è perfettamente consapevole del proprio piacere – e del sesso opposto. L’antitesi maschile, viceversa, la sprona ad andare oltre perché quel che conta è altro. Le sue risposte, non a caso, sono anche le più apprezzabili. Egli ricerca la qualità, è ponderato in ogni pensiero, ella è impulsiva, trepidante, infantile, talvolta.
Ed è così che l’autore descrive come questo spazio ricavato diventi sempre più essenziale nelle rispettive giornate, quasi una droga se vogliamo osare. La giovane, a tal proposito, attende con irrequietezza quello scambio di interessi, quella condivisione di tempo, con quel calice di vino rosso alla mezzanotte e/o quel buongiorno al mattino.
Sotto la falsariga del romanzo epistolare, Daniel Glattauer, offre a chi legge una commedia d’amore capace di far vivere le emozioni e le paure insite nel sentimento ma descrive anche pienamente il volto di una società sempre più incentrata sulle conoscenze virtuali piuttosto che su quelle reali, pone l’accento su quel desiderio di fuggire dalla vita vera, dai problemi, dalle maschere che le circostanze e il perbenismo impongono per rifugiarsi in un luogo, creato e ricavato dal caso o dalla volontà, in cui ci sente liberi di essere quello che in verità dovremmo avere il coraggio di essere ogni giorno in ogni rapporto.

«La tensione non è la mancanza di completezza, ma il continuo aspirare a essa senza mai perderla di vista» p. 95

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