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Il dramma del non detto
Quanto è importante il sesso in una coppia? Fino a che punto l'educazione ricevuta e il rapporto con i genitori possono condizionarci nella relazione con il partner? E' bene nascondere agli altri aspettative e paure per il timore di deluderli?
Nell'Inghilterra degli anni Sessanta, Florence ed Edward hanno poco più di vent'anni, si sono appena sposati e stanno per vivere la loro luna di miele in un albergo a Chesil Beach, sulle coste della Manica, tra lo sciabordio delle onde e il rumore dei ciottoli sulla spiaggia. Per i due sposi, giunti vergini al matrimonio, la prima notte sarà però solo una frustrante esperienza, un “pasticcio” dal quale tirarsi fuori il prima possibile. McEwan ci consente di entrare nella stanza dei due giovani, di spiarne ogni dettaglio, dalla cena non finita al letto con le coperte candide e troppo tese, si sofferma sui loro gesti, attimo dopo attimo, fino all'epilogo dell'amplesso, involontariamente tragicomico, a causa dell'inesperienza di lui e delle ritrosie di lei. Ciò che accade quella notte, di per sé banale, assume, agli occhi dei due sposini, un significato amplificato in un crescendo di umiliazioni, delusioni e rabbia. McEwan non si ferma ai fatti, ne scandaglia le ragioni andando a scavare nella psiche di entrambi e mostrando al lettore gli effetti devastanti di un'educazione repressiva, di una mentalità bigotta, ma soprattutto l'influenza di un rapporto con i genitori ambiguo e disfunzionale. Madri anaffettive e padri inadeguati non possono, però, giustificare il fallimento di un rapporto e l'indagine di McEwan prosegue nel mettere in luce aspettative e desideri mai svelati contrapposti a dialoghi “troppo educati, repressi, premurosi” che vanno degenerando in frasi dai termini offensivi e denigratori. L'epilogo della storia è malinconico, pieno di rimpianto e nostalgia per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
La bravura di McEwan è nota e non ha bisogno dei miei commenti, avevo già avuto modo di apprezzarne le straordinarie capacità descrittive e la profonda analisi psicologica in Espiazione, romanzo che rientra tra i miei preferiti; anche Chesil Beach mi è piaciuto molto, sia per come è scritto, sia per il tema affrontato. Mi ha molto coinvolta il personaggio di Florence, proprio per la complessità della sua caratterizzazione psicologica, per certi aspetti patologica, ma per altri così anticonformista da essere terribilmente affascinante: Florence avrebbe solo voluto essere se stessa, realizzarsi coltivando il suo talento musicale, amare ed essere amata senza condizioni. “Le occorreva soltanto essere certa che lui l'amasse, sentirsi rassicurare sul fatto che non esisteva nessuna fretta, avendo un'intera vita davanti. Amore e pazienza (...) li avrebbero di certo aiutati a superare ogni cosa”. Amore e pazienza. Se lui avesse detto...se lei avesse fatto...ma non sempre accade ciò che vorremmo: “ecco come il corso di tutta una vita può dipendere ... dal non fare qualcosa” e condannarci ad una esistenza di rimpianti.
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Come lasci intravvedere, è anche il mito del sesso, con le sue aspettative, ad essere disfunzionale.