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Colonialismo e voglia di rivoluzione
Anni Quaranta. I britannici occupano l'Egitto con la scusa di voler portare civiltà, progresso, modernità. Churchill parla addirittura di dovere morale, quasi stesse compiendo un vero e proprio sacrificio. In realtà, come sempre è avvenuto e ancora avviene con il colonialismo, le vere ragioni sono molto meno nobili e più utilitaristiche: depredare le risorse, soggiogare la popolazione, controllare ogni settore del paese. Cosa fanno gli egiziani? Le alte sfere, primo fra tutti il sovrano in persona, sembrano non vedere, troppo impegnati a flirtare con gli occupanti, a frequentare i salotti più prestigiosi in compagnia di notabili europei, a sedere amichevolmente allo stesso tavolo di chi usurpa la loro terra e ne disprezza la razza, la cultura, la storia. La povera gente pare per lo più inerte, impotente, rassegnata. Ma un sentimento nazionale sembra cominciare a farsi strada nel cuore e nella mente della popolazione, voglia di libertà, indipendenza e democrazia cominciano ad affacciarsi, qualcuno inizia a lavorare nell'ombra sfidando sia gli stranieri sia quella parte di egiziani che lasciano che la propria patria venga violentata. In tale clima si dipana la trama di questo bel romanzo di 'Ala Al-Aswani. L'autore è bravissimo nel gestire gli equilibri tra la spietata denuncia sociale e politica e la delicatezza di una prosa sempre pulita, armoniosa ed elegante. La storia generale del paese viene narrata attraverso gli occhi, i pensieri e le vicende di uno svariato numero di personaggi, le cui storie private appassionano il lettore e scatenano nel suo animo un insieme di sentimenti contrastanti. Tutto ruota intorno all'Automobile Club del Cairo, un microcosmo in cui convergono soggetti eterogenei che rappresentano benissimo tutte le classi sociali, le appartenenze politiche e religiose, i diversi strati culturali del Paese, gli usi, i costumi e le convenzioni. Nell'ampio mosaico di gente che popola il romanzo spiccano gli Hamam, discendenti di una ricca e prestigiosa famiglia dell'alto Egitto andata in rovina. Dal generoso ‘Abdelaziz alla dolce Ruqeya, passando per il loro egoista primogenito Said e per il tonto Mahmud. Ma le figure più importanti sono senza dubbio la bella e intelligente Saliha e il coraggioso Kamel, che incarnano la voglia di riscatto, emancipazione, progresso che pian piano si diffonde nell'animo della popolazione e che, all'inizio del decennio successivo, porterà ad una storica rivoluzione che abolirà la monarchia in favore di una Repubblica anti-imperialista e, almeno nelle intenzioni, progressista.
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grazie Enrico