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Ferito
“Questa è la frontiera , cowboy… la frontiera è ovunque” .
E’ una frontiera difficile da vedere, impenetrabile, labile confine tra il bene e il male.
“FERITO” Il libro di Percival Everett edito da “Nutrimenti“, presenta una storia ambientata in un profondo West, una storia di intolleranza che riguarda a diversi livelli la comunità tutta; l’intolleranza alberga nei più reconditi spazi della coscienza di ognuno e trova espressione in balordi che individuano nel diverso sia esso nero, apache o omosessuale, l’oggetto su cui scaricare la propria rabbia insensata.
Il libro è una continua e lenta attesa, che genera in chi legge un’ansia che aumenta progressivamente nel corso della lettura: si sente che qualcosa sta per accadere, si avverte nell’atmosfera, ma chi legge non riesce a intuire da dove stia arrivando “qualcosa di terribile”.
Questo pericolo incombente è sottolineato dallo strapotere di una natura selvaggia che detta le condizioni di vita.
Al lettore si presentano paesaggi sterminati, densi di neve e gelo, in cui anche i sentimenti sembrano raggelarsi in una rudezza che disvela, però, attenzione e amore nel rispetto del dolore di un piccolo coyote salvato da una morte orribile, o nella capacità di sentire e interpretare il vissuto degli animali ma anche nell’affetto che il protagonista nutre per il vecchi zio, la moglie ormai morta e il giovane ragazzo accolto in casa. La vicenda ruota attorno ad un ranch di proprietà di un nero John Hunt, l’arrivo di un ragazzo gay figlio di un amico, determinerà il dipanarsi di una vicenda i cui contenuti andranno chiarendosi mostrando i chiaroscuri delle coscienze coinvolte, in un intreccio abilmente costruito in cui il lettore rimane avvinghiato e impossibilitato ad interrompere la lettura. Questo libro intenso mi ha talmente travolta che, pur con tutti gli impegni di lavoro, sono riuscita a leggerlo in soli due giorni e quindi non posso far altro che consigliarvelo .