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Il pretesto della Terra Promessa in Amos Oz
Un grande libro quello appena edito da Feltrinelli da Amos Oz, Tocca l'acqua, tocca il vento, tradotto da Elena Loewenthal. La storia parte dalla Polonia, città di M, dove vivono Elisha Pomeranz, professore al liceo, orologiaio, appassionato di musica e di matematica, brutto, "tozzo con due occhi minuscoli", e Stefa, insegnante di filosofia, bella, fascinosa, che scambia lettere con Martin Heidegger e lavora con l'anziano filosofo Zajczich. Quando nel 1939 i nazisti invadono la Polonia, Pomeranz si rifugia nella foresta, vivendo in una catapecchia come un eremita, in attesa che il pericolo della deportazione abbia termine. Ma ad un certo punto raggiunge la Palestina, e trova rifugio in un Kibbutz, dove alterna la vita da umile pastore con quella di illustre matematico, divenendo ben presto un illustre all'interno del villaggio. Presto la sua fama varca i confini giungendo fino in Europa, e soprattutto arriva fino alla Russia bolscevica. Quella Russia, dove nel frattempo è stata trascinata dai vincitori dell'Armata Rossa, la bella Stefa. Lei diviene un personaggio di spicco dello spionaggio sovietico, finendo per conquistarsi persino l'ammirazione sconfinata di Stalin. Dopo un lungo tempo viene inviata proprio nel kibbutz dove vive Elisha, e lì avviene il ricongiungimento dei due coniugi nella Terra Promessa, ovvero nello Stato ebraico nato dalle ceneri della Shoah europea. Anche se questo in Amos Oz è il pretesto per dire molto di più: "Concentrare l'attenzione sul qui e ora: Tiberiade, estate, terra d'Israele, anno cinquantuno. (...) Alla luce del sole vivono a Tiberiade un sacco di ebrei, allo scoperto, senza necessità di scampo, come se tutto fosse finito una volta per tutte."
Un romanzo vasto pur nella sua brevità. C'è di tutto: filosofia, matematica, storia, natura, violenza, amore, spionaggio, solitudine, tradimento, fuga, poesia, guerra: sono pagine in cui si alterna la narrativa con altre di taglio più saggistico, soprattutto quando parla di Heidegger o di infinito matematico. C'è una visione ampia degli anni, per esempio, della costruzione dello stato di Israele fino alla Guerra dei sei Giorni. Il tutto narrato con una prosa straordinaria. Un grande affresco, un piccolo capolavoro di introspezione psicologica, di grande ed universale umanità. Elevata letteratura, per una voce autorevole.
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Un bel commento, Ornella!
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