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La fiaba della vita
Elsa ha quasi otto anni e, come tutti i bambini della sua età, si merita un supereroe, in questo caso sua nonna. È considerata molto matura, che è un altro modo per dire diversa, e per questo non va d' accordo con i coetanei ne' ha amici.
Il suo mondo si nutre di fantasia, lei e' speciale, tremendamente saggia e colta, intelligentissima , invisa ai più, derisa e picchiata dai coetanei, allontanata dagli adulti, secondo i suoi insegnanti con un deficit d' attenzione, per il preside della scuola con la necessità di cambiare atteggiamento.
Vive un rapporto unico ed osmotico con la nonna, che le racconta delle favole meravigliose, anche se non sa scrivere; entrambe non amano le regole del mondo reale, le banalità, la ripetitività del quotidiano.
Elsa sa che la nonna ha preso gran parte di quelle storie da Harry Potter e per questo non puo' che perdonarla. Nella vita sua mamma simboleggia l' ordine, la nonna il caos.
Miamas e' il loro segreto, un luogo dove il giorno del proprio compleanno si fanno i regali agli altri, uno dei sei regni del Paese Da Quasi Svegli dove la nonna la porta tutte le notti. Tutti i regni vivono in simbiosi e rappresentano la vita, la fantasia, l' amore, le fiabe, il coraggio, il dispiacere.
Il giorno in cui la nonna d' improvviso viene a mancare, Elsa scopre che l' ha amata per anni senza sapere niente di lei e diviene protagonista ed eroina di una nuova fiaba, consegnare le sue lettere di scusa alle persone che sono state importanti nel suo passato, attualmente affittuarie di quel condominio definito il proprio castello, in attesa che tutti gli appartamenti vengano venduti.
Inizia una immersione tra immaginario e realtà in cerca della verità, o presunta tale, addentrandosi in un mondo di alterita', perché tutte le fiabe vivono delle diversità e tutti i mostri non lo sono sin dall' inizio, qualcuno i propri mostri se li porta dentro.
Si materializzano figure stravaganti, figlie di fiabe e di realtà immaginifica, Cuore di Lupo, Wors, la donna con la gonna nera, cacciatori di sogni, Troll, cavalieri, Orah, nuvolanimali, il bambino con la sindrome, la poliziotta dagli occhi verdi, la sciarpa di grifondoro.
La mamma di Elsa è in attesa di " un' altra metà " e vive con George, che ha il difetto di piacere a tutti, suo padre, invece, che viaggia su " Audi ", possiede una calma serafica, sempre dubbioso, senza risposte, per ritornare ogni sera tra le braccia della sua nuova famiglia.
Elsa, nella sua diversità, sa quanto l' amore e la paura siano vicini, che tacendo non si delude mai nessuno e che una persona che non ti piace non potrà mai ferirti.
Ma chi è stata veramente sua nonna? In parte comincia anche ad odiarla, perché l' ha amata così tanto e non sa se riuscirà a perdonarle di avere abbandonato la mamma ancora bambina per andare lontano a salvare la vita di tutti gli altri bambini, lei che era un chirurgo di una certa fama.
Eccola alle prese con una caccia al tesoro, forse tutte quelle lettere racchiudono risposte, chiarimenti, molto probabilmente semplici scuse per ciò che non è stato fatto o detto.
Ed ecco una serie di figure sconosciute, bizzarre, con profonde storie di verità e sofferenza, nascoste dalla indifferenza di un condominio retto da rigide regole di convivenza che ne considerano esclusivamente l' ordine apparente ed il valore economico.
Il mondo degli adulti, popolato da " intelligentoni " e " storditi ", secondo un linguaggio criptico duale che sua nonna le aveva insegnato ed attraverso il quale comunicavano, è troppo reale per una bambina di otto anni ed ha troppi perché.
Anche le fiabe sono popolate da incubi, ombre, mostri, possono fondersi e confondersi con il reale, o esularne i significati, nella sconfinata fantasia e nei sogni notturni di una bambina che ha il semplice desiderio di vivere e di amare.
Ma grazie alle fiabe emerge e si comprende la bellezza della diversità, del credere in qualcosa, del potere raccontare le proprie storie ed essere ascoltati ritornando progressivamente ad una dimensione vestita di normalità ed in cui il quotidiano non sembra poi essere così brutto.
Ecco allora il viaggio della conoscenza, della sofferenza, del perdono e della rinascita, perché alla fine questa è una fiaba di Natale e deve finire bene.
L' ultimo Backman e' un percorso che possiede la fantasia spregiudicata ed immaginifica di una bambina solo anagraficamente, perché Elsa ha una saggezza e maturità sconosciuta ai più, oltre che un desiderio di conoscenza e uno spirito indomito proprio di pochi ( sua nonna ).
È una fiaba non fiaba ( che stranezza ) che fonde e trasforma il reale in immaginario e viceversa, è una attenta riflessione ( attraverso il mondo fiabesco ) sui temi della diversità, della accettazione e della condivisione, sul potere vivido delle parole e dei sogni, sull' importanza della conoscenza e dell' esperienza, dell' ascolto, sulla elaborazione del dolore, sul potere dell' amicizia e dell' amore, tutti elementi che introiettati eleverebbero le coscienze dei più consegnandoci tante piccole " Elsa ", ma oltre a tutto questo in lei rifulge anche un pizzico di folle genialità.
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