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Massimalismo e Umanità
Di solito, gli elogi funebri dell'Occidente sono meno eleganti, e anche peggio argomentati. Tuttavia, non si può negare che con questo libro Houellebecq sia entrato di diritto nella nefanda categoria critica dei "Profeti di Sventura".
Prendendo a pretesto le storie parallele di due fratelli, ottimamente strutturate nella loro cronistoria, lo scrittore sembra molto interessato a fornirci una sua profezia per l'Occidente, basata sulla distruzione dei nuclei sociali in favore di un individualismo edonistico che porta alla violenza, soprattutto autoinflitta (nel libro ci sono diversi suicidi, tutti di persone schiacciate dal peso di una vita che non è come avrebbero voluto).
Si resta abbastanza scioccati e quasi scocciati (mi si perdoni il gioco di parole) dall'ideologia di Houellebecq. Obiettivamente, le sue osservazioni paiono intelligenti e motivate, ma si fa una gran fatica a dargli ragione. Impossibile non vedere più amore, pietà e compassione nel mondo contemporaneo, e impossibile credere a uno dei protagonisti quando dice che il "Mondo Nuovo" di Huxley è il modello che stiamo tutti cercando (invano, almeno questo ce lo concede) di raggiungere.
Il libro è molto ben strutturato soprattutto nel piano cronologico, la parte migliore è certamente quella dei vari flashback che accompagnano la crescita dei due protagonisti.
Lo stile è abbastanza sgradevole però, un miscuglio di linguaggio e scientifico e sciabolate Pulp-Pornografiche con il preciso e meditato intento di scioccare e disgustare il lettore.
Nonostante questi difetti, bisogna però riconoscere a Houellebecq un ritorno a quel massimalismo che tanto manca alla Letteratura Contemporanea. Lo scrittore ha gli strumenti per affrontare grandi temi (la Storia, la Società, la Sessualità) e li prende di petto senza paura, con grande coerenza e capacità.
Nella pratica, non sono d'accordo, ma ben vengano QUESTI profeti di sventura, ne abbiamo decisamente bisogno, fosse solo per dargli torto.