Dettagli Recensione
Che cosa vuole?
I personaggi dei grandi scrittori russi, preda di rimuginamenti ossessivi, spesso con qualche linea di febbre di origine nervosa, si riconoscono subito per il linguaggio stravagante e per quei tratti caratteriali tormentati che rasentano il delirio.
Vel'caninov, il protagonista di questo romanzo, incarna alla perfezione il tipo suddetto, in piena crisi esistenziale per l'età che avanza (si trova alle soglie dei quarant'anni) e per le lungaggini di un processo su un possedimento di cui non riesce a venire a capo.
Ed ecco, direttamente dal passato, l'imprevisto: un certo Pavel Pavlovic, marito di una sua ex amante e vecchio “amico”, si rifà vivo. Che cosa vuole?
C'è un conto rimasto in sospeso, innanzitutto, una bambina che nella vicenda sembra fare da agnello sacrificale, e poi Pavel Pavlovic vuole per qualche ragione accostarsi alla vita di Vel'caninov, ai suoi successi con le donne, al fascino un po' libertino che in lui ha sempre ammirato.
Tra i fumi dell'alcol, scarica nell'animo già esacerbato del malcapitato le sue inquietudini, la sua sofferenza di eterno marito inesorabilmente cornuto.
Ci riesce quel tanto che basta a sconvolgerlo per qualche settimana, e l'incontro-scontro tra i due, drammatico per certi versi ma sempre stemperato da una sottile ironia, mette magistralmente in luce tutta la poliedricità che l'essere umano ha sviluppato nel tempo per barcamenarsi tra gli alti e i bassi dell'esistenza.
Interessante, per chi voglia osservare i meccanismi psicologici che stanno alla base di certi comportamenti contraddittori e il peso che ha il caso sugli stessi.
Osservare, beninteso, senza capire fino in fondo, giudicando, forse, o giustificando, a seconda del grado di empatia che ciascun personaggio suscita in chi legge.