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La ballata di Iza
 
La ballata di Iza 2017-04-14 08:30:16 Elena72
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Elena72 Opinione inserita da Elena72    14 Aprile, 2017
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"Mamma! papà!" ma i morti non risposero

«Mi ha abbandonato - pensò la vecchia. - Non mi ha atteso. Per quarantotto anni ho conosciuto ogni suo pensiero. E ora non so che cosa si porterà dietro”. Etelka ha settantasei anni quando Vince, il compagno di una vita, muore di cancro lasciandola sola con Iza, una figlia ormai adulta e medico affermato che, dopo la separazione dal marito, ha deciso di vivere a Budapest. Iza, oberata di lavoro, porta via dal paesino la mamma rimasta sola e la isola nella nuova casa della capitale provvedendo a tutti i suoi bisogni come una figlia modello. Ma è questa la soluzione giusta? Pretendere che l'anziana donna “si riposi”, cioè non cucini, non faccia la spesa, non si relazioni con persone estranee, non prepari nemmeno il caffè, praticamente non si muova dalla sua camera per non compromettere la perfetta esistenza della figlia? Etelka, provata dal lutto e sradicata dal suo ambiente, dai suoi oggetti e dalle sue abitudini, si chiude sempre più in se stessa e in ciò che della vita le è rimasto: “Non avrebbe mai creduto che il ricordo potesse trasformarsi in una attività così intensa. La vecchia si raccontò la propria vita, frammento dopo frammento”. La svolta, tragica ed ineluttabile, si ha nel momento in cui Etelka decide di tornare, da sola, al paese in cui è sepolto Vince per la posa della lapide sulla tomba del marito; l'evento è per la donna un'inesorabile presa di coscienza: “Ora a settantasei anni, davanti a quella lapide, sapeva che i morti muoiono completamente e che non si può donar loro qualcosa, né con i rimorsi, né con il dolore, né con l'amore.” Ormai indifferente a tutto, all'amore, al dolore e anche alla paura, dopo aver subito e sopportato per mesi le volontà altrui, Etelka prende finalmente la sua decisione, quella che la porterà su una strada senza ritorno.

Libro intenso, struggente, drammatico, bellissimo. L'autrice scava nel cuore e nella testa dei personaggi facendone emergere ogni segreta vibrazione, ogni sfumatura: la penna della Szabò dipinge il romanzo come un quadro, pennellata dopo pennellata, toccando e ritoccando protagonisti e comparse tra luci e ombre fino alla perfezione. Il testo, in terza persona, assume i punti di vista dei personaggi facendoci percepire la realtà ora con gli occhi di Etelka, ora con quelli della figlia Iza, figura controversa e complessa. Brava bambina, impeccabile studentessa, moglie irreprensibile, figlia ammirevole, Iza anela ad una perfezione che attrae e respinge: chi si avvicina a lei ne rimane conquistato ed annientato. Cosa rimproverarle? L'incapacità di comunicare, l'impossibilità di amare. Iza agisce infatti più per un ferreo senso del dovere che per genuini slanci d'affetto; con il suo comportamento condanna gli altri, ma soprattutto se stessa, ad una inconsolabile solitudine. Etelka, fragile e insicura in una terra che non riconosce più come sua, in un mondo che cambia troppo velocemente, legata a vecchie abitudini e ad oggetti logori, ma carichi di ricordi vive con la figlia in un rapporto di estraneità che la condurrà all'isolamento e alla depressione.
A chi ha letto “La porta” (1987), noto capolavoro della Szabò, non potranno sfuggire le analogie tra Magda e Iza, Emerenc ed Etelka; “La ballata di Iza” (Pilatus, in ungherese, 1963) anticipa infatti di oltre vent'anni le tematiche care all'autrice: l'incomunicabilità, la solitudine, l'ineluttabilità dello scorrere del tempo, la conflittualità tra ciò che si deve e ciò che è giusto fare, tra le voci della ragione e quelle del cuore.

Ho letto questo libro con calma, sentendo sulla mia pelle il dolore di Etelka, rivivendo nei miei pensieri le contraddizioni di Iza: ho sofferto con loro, pagina dopo pagina; come madre e come figlia ho interiorizzato e rielaborato l'importanza di saper ascoltare davvero chi ci sta accanto e l'urgenza di dire alle persone a noi care quanto le amiamo prima che sia troppo tardi.

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Commenti

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Bel commento, Elena! Anche a me il libro è piaciuto molto. Qui si legge e si riflette.
Bel commento Elena, penso possa piacermi. Grazie per la bella recensione che non svela tutto e incuriosisce.
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Elena72
14 Aprile, 2017
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Grazie Emilio! Hai ragione: si legge, si riflette e per quanto mi concerne si soffre. Il libro è drammatico, ma splendido.
In risposta ad un precedente commento
Elena72
14 Aprile, 2017
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Grazie! È un libro che ho amato molto, personalmente mi ha toccato più de "La porta' per il rapporto madre-figlia che ho sentito particolarmente vicino.
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