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La macchia umana
 
La macchia umana 2017-04-13 15:03:22 AsiaD
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AsiaD Opinione inserita da AsiaD    13 Aprile, 2017
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LA LIBERTA' DI ESSERE PRIGIONIERI

Che intensità, un libro davvero intenso.
Difficile provare a raccontare Roth, perché ogni suo libro ha più di un livello di lettura e si rischia sempre di minimizzare il messaggio. Sul filone della denuncia della società americana anche ne La Macchia Umana ritroviamo la critica al pensiero americano, alle sue dinamiche contorte che ti portano ad essere vittima e carnefice, perché Coleman che soffre del razzismo, nascosto con molta difficoltà e poco successo, di cui è bersaglio, verso la classe afroamericana si ritrova ad esserne lui stesso rappresentanza, fingendo di essere bianco e dissimulando perché per sua "fortuna" non è abbastanza nero. E' incredibile pensare come un uomo viva tutta la sua vita sul filo della menzogna, la menzogna più profonda, quella che ti porta a rifiutare te stesso. E quindi se soffre nel profondo quando viene tacciato per "negro" , è lui stesso che cancella il suo passato con una spugna fingendo di essere orfano, ripudiando la sua famiglia, uccidendola virtualmente per tentare una rinascita che in fondo non raggiunge mai; perché un uomo non può rinascere dal rifiuto delle proprie radici, può solo fingere di mischiarsi come un camaleonte tra le pieghe della vita e delle relazioni sociali, ma quando sei solo quella macchia è lì indelebile, quel segreto riaffiora in ogni momento..sei un attore della tua stessa vita. Lui dice che lo fa per essere libero, ma quale libertà è quella che ti costringe a imprigionarti in un personaggio, in una recita! Non chiamiamola libertà..Questo è l'aspetto a mio parere più forte di tutto il romanzo di Roth, forse maggiore della questione del giudizio impresso senza alcuna ragione fondata o meglio su un, chiamiamolo, malinteso, io oserei dire più cecità e ignoranza della gente là fuori che decide per te, definisce i tuoi pensieri anche se sono anni luce lontani dai tuoi pensieri reali; Coleman, uomo nero che passa la vita a fingere di essere bianco, viene accusato di razzismo verso altri neri; che incredibile giostra!
I personaggi che incontra si susseguono tra dolori e storie tormentate, figli che ripudiano genitori, genitori che perdono i figli, incomprensioni, giudizi e pre-giudizi.
C’è tanto dell’America di oggi, o forse di tutta la società occidentale che viviamo e subiamo. Ipocrisia e tormento. Ho trovato Roth ancora più diretto nell’espressione del messaggio e della sua critica rispetto a Pastorale Americana ad esempio, qui è come se avesse voluto urlare senza mezzi termini, non rischiando di affidarsi all’interpretazione del lettore, mi ha dato questa sensazione.
E’ un libro incredibile, profondo, che tocca l’anima.

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