Dettagli Recensione
Il figliol prodigo
Un libro profondo, religioso, pieno di delicatezza ma non ha il tocco magico degli altri romanzi della Robinson: Lila e Le cure domestiche. Avendo letto prima gli altri direi che mi è mancata la profonda empatia con i personaggi che in questo caso non è scattata. Jack si lamenta troppo, lo vedo troppo remissivo e Glory lo stesso. Non mi hanno catturato. Non hanno l'energia di Lila e nemmeno la malinconia, la inafferrabilità dei personaggi dei precedenti libri. E anche i due amici preti sono diventati vecchi. O forse dovrei rileggere il romanzo in un altro momento.
In ogni caso la lettura è rilassante, pervasa di religiosità, calma, del conforto della presenza amorevole di Dio in tutte le cose e situazioni. Il senso di colpa di Jack però mi pare eccessivamente sviluppato, nel senso che i personaggi piangono troppo e c'è questo clima passivo di pentimento e di sentirsi indegni che però non ha nessuna conseguenza propulsiva benefica. Le cose si muovono troppo lentamente sia sul piano della maturazione intellettuale e interiore che dei fatti in sè. Questa passività appesantisce il testo che ho trovato stagnante rispetto a Lila.
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