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Io so
Il nascituro, raggomitolato nello spazio ormai allo stremo del nono mese di gravidanza, deve districarsi in faccende ben piu’ complesse di un corredino intonato al sesso. Il piccolo intellettuale non puo’ assopirsi sereno in attesa di un tiepido ingresso nel nuovo mondo. Il senso materno di Trudy e’ stato falciato da una ignota carestia e mentre lei e l’amante volteggiano in brevi performance sessuali, tramano il delitto perfetto.
Come se non bastasse scoprire che la donna che con indifferenza sta per darti la vita e’ un’assassina, ci si mette pure il cavilloso constatare che il tuo buon padre sta per morire.
E poi gli orrori del mondo, la prospettiva di un cataclisma climatico sono argomenti mortificanti, l’assassinio privo di sbavature potrebbe esistere, auto inferto da un fanciullo innocente che stringe con ogni forza il cordone ombelicale intorno al fragile collo.
Essere o non essere, nascere o non nascere, rischiare la prigionia degli avidi e dei violenti sapendo pero’ di avere una via di fuga nella bonta’ della poesia, come promette il dna paterno?
Il libro scorre veloce baciato da una prosa elitaria. La scrittura e’ ricercata, elegante, di precisione chirurgica. Il nascituro erudito sa districarsi in molti argomenti, mentre all’esterno della culla amniotica che lo protegge e lo disarma si consuma un noir cui egli deve assistere inerme.
L’idea del feto filosofo e’ originale ed in un panorama letterario dove ormai si e’ letto di tutto questo gioca in favore dell’autore, sebbene il libro non mi abbia galvanizzata. Effettivamente perfetto da ogni punto di vista, salvo il fatto che lo abbia trovato privo di un qualsiasi impatto emotivo e la spy story non sia abbastanza elaborata da consentire la mancanza di empatia.
Buona lettura.
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