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DIALOGO CON ME
La comunicazione non è cosa semplice. Ad ogni parola, frase, espressione, associo, con arbitrio inevitabilmente vincolato al mio personale e solitario viaggio, un significato. E non basta capirlo, quel significato. Perché quella parola, quella frase, quella espressione, è dolore, morte, eros, perdizione, smarrimento. Nessuno può quindi veramente capirMi. Io stesso, quando parlo, mi rendo conto che quello che ho detto non può essere compreso. Eppure è proprio quello che voglio gridare. Che fare allora? Fernando Pessoa si inventa questi amici immaginari. Non importa quanto insensato sia quello che ha da dire perché quegli amici sono lì con lui dove quei pensieri nascono, li accudiscono, se ne prendono cura. E lo facciamo, più o meno consapevolmente, tutti. Quando ci confidiamo sappiamo già qual è la frase che vogliamo sentire, l’espressione dell’altro non è mai veramente quella giusta, quell’abbraccio arriva quando ancora non avevo finito, cazzo. E allora parlo con me, con me che quel che dico non è mai banale, non è mai inutile e che mi rispondo la cosa giusta, con l’intonazione giusta, con le parole giuste, con l’impeto giusto.
Leggere questo libro è la gioia di sapere di non essere ad essere ineluttabilmente soli; è lo si fa entrando nel più profondo, segreto, a volte illogico intimo di Pessoa, nell'unica forma che permette questa fiduciosa libertà: il diario.
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