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Il triangolo di Vargas Llosa: erotismo, politica e
Crocevia è l’ultimo libro edito in Italia dal Premio Nobel Mario Vargas Llosa. Il narrato, a mio parere, forma una specie di triangolo con sulla punto l’erotismo, diffuso e splendidamente narrato, da intendere quasi come un velo atto a nascondere ciò che c’è alla base, ovvero la politica e il giornalismo. Siamo a Lima, capitale peruviana, governata con pugno di ferro dal dittatore Fujimori e dal suo collaboratore, il Doctor, torturatore assatanato, responsabile di crimini efferati. Siamo negli anni Novanta, e il romanzo si apre con una scena lesbica di rara e raffinata bellezza, con protagoniste due donne sposate: una Marisa, con l’ingegnere minerario Quipe Cardenas, e l’altra bionda irresistibile con l’avvocato Luciano. Le due vivono in un mondo di agi e di ricchezze, di privilegi, lontane anni luce dalla qualità di vita dei poveri, dei terroristi di Senders Luminoso e delle atrocità del regime. Tale vita subisce un brusco cambiamento quando Quipe Cardenas riceve la visita di un losco figuro, il giornalista Rolando Garro che gli mostra un pacchetto di fotografie compromettenti, che vedono l’ingegnere impegnato in una festa orgiastica. Non è solo un ricatto, è il tentativo da parte di costui, che è il vicedirettore della rivista Destapes, di assumere un ruolo più forte e potente, gestendo in una certa maniera il potere giornalistico in toto. La proposta non ha seguito, le foto pubblicate e Cardenas ne esce totalmente sconfitto, per di più accusato anche dell’orrendo delitto di Rolando stesso. E poi ancora uccisioni, torture, segregazioni, compiuti in nome di una presunta libertà, della conquista del potere ad ogni costo. L’erotismo è visto come l’unica possibilità di fuga dalla morsa della paura che attanaglia ogni cosa.
Importante è la descrizione dell’ambiente: “La città si faceva sempre più povera e vecchia a mano a mano che si procedeva.” L’aria è ammorbata da una strana opacità, che è la stessa che offusca i protagonisti di questa vicenda. Tutti sono ambigui, tutti viaggiano su di un esile filo, a metà tra desiderio di giustizia ed inclinazione al compromesso, a qualunque livello.
Un libro che è: “una storia poliziesca, quasi un thriller, ed il thriller pian piano divenne un affresco della società peruviana negli ultimi mesi della dittatura.”. E ancora: “In Crocevia confluiscono i cinque assi portanti della vita letteraria di Vargas Llosa : l’analisi del giornalismo, il Perù, il potere, l’ipocrisia e l’erotismo. Al centro e intorno a tutto, sempre, lei: la libertà.”
Un romanzo metaforico; corredato da un ricco glossario, all’insegna di un continuo crescendo di emozioni e di raffinate sensazioni