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Il velo dipinto
 
Il velo dipinto 2017-03-25 06:41:12 enricocaramuscio
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    25 Marzo, 2017
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Un velo di convenienza

Un matrimonio basato sulla convenienza non può funzionare a lungo. Difatti la bella Kitty ci mette poco a buttarsi tra le braccia dell'aitante Charlie. Anche se suo marito Walter, eminente batteriologo in servizio a Tching-Yen, è molto innamorato di lei e la tratta con cortesia e rispetto, alla giovane donna non è mai importato un fico secco di lui e da quando si sono sposati non è passato un solo giorno senza che abbia rimpianto la sua decisione. La paura di restare sola, le pressioni di una madre invadente, l'accesa rivalità con la sorella minore l'hanno spinta ad unirsi ad un uomo che giudica tetro, seccante, freddo, troppo pieno di sé. Semplicemente ridicolo. Invece Charlie è l'esatto contrario, ha tutto ciò che una donna può desiderare in un uomo. La ama, la rassicura, la rende felice. Ma l'adultero idillio non è destinato a durare a lungo, Walter scopre la tresca e per Kitty arriva un'implacabile resa dei conti. Messa con le spalle al muro dal marito, abbandonata dall'amante, la donna non ha altra scelta che seguire il primo nella sua missione suicida a Mei-Tan-fu, dove il medico si mette volontariamente al servizio della comunità per combattere una terribile epidemia di colera. Delusa, ferita, isolata dal mondo e costretta a trovarsi ogni giorno a tu per tu con la morte, la nostra protagonista perde sicurezza e spavalderia, si riscopre fragile, vulnerabile, impaurita e si vede costretta a rivalutare le figure dell'amante e del marito, finendo per disprezzare il primo ed amare il secondo. Ma quando la vita le dà la possibilità di riscattarsi definitivamente dagli errori commessi, Kitty non riesce, dopo tante falsità, a mentire per una volta a fin di bene. La situazione a questo punto precipita rovinosamente. Maugham racconta una storia pregna di cinismo e disillusione che ruota intorno a temi quali l'incomunicabilità, l'orgoglio, l'infelicità, la morte. L'ottima introspezione psicologica e le rilassanti atmosfere orientali si scontrano con una prosa un po' macchinosa nella costruzione delle frasi, con qualche banalità di troppo e con una serie di personaggi per lo più negativi per cui è difficile provare simpatia ed empatia. La frivolezza e l'egocentrismo di Kitty, l'arrivismo e l'arroganza della madre, la doppiezza e la superficialità di Charlie sono caratteristiche che allontanano il lettore dai protagonisti. Ma forse era proprio questo l'intento dell'autore. Dissacrante e beffardo, Maugham infatti cerca con successo di mettere in cattiva luce determinati comportamenti del genere umano, puntando il dito contro le convenzioni e i costumi di una società falsa e ipocrita che si nasconde dietro un velo di convenienza, di perbenismo e di decoro. "Quanto era accaduto sembrava essere accaduto in un altro mondo. Come una persona essa era che, colpita da subitanea pazzia, e riavutasi si disperi e vergogni per le grottesche cose che vagamente ricorda di aver commesso quando non era padrona di sé, sente di avere, almeno nel suo intimo, un certo diritto al perdono. Kitty pensava che forse un cuore generoso l'avrebbe piuttosto compatita che condannata".

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Commenti

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Stimo l'autore, ma quando mi sono imbattuto in questo libro mi sono assai stupito che tanto scrittore fosse caduto così in basso : un testo sciatto,con una storia e dei personaggi inverosimili, una protagonista incapace di suscitare in me lettore un minimo d'interesse, ma solo irritazione... In una parola : brutto.
Certo non è un testo entusiasmante, ma non l'ho trovato così disastroso. Credo che l'autore abbia volutamente creato una protagonista che tu giustamente definisci "irritante" per mettere alla berlina alcuni aspetti dell'animo umano. D'altronde altri autori importanti hanno sfornato libri bellissimi con protagonisti riprovevoli. Per citare una mia lettura recente, penso al mio ultimo Nabokov, Disperazione, dove il protagonista Hermann Karlovic, arrogante e superbo, mi è risultato anche più irritante della frivola Kitty, senza per questo impedirmi di apprezzare il libro.
Certo. Pensiamo a Madame Bovary (personaggio irritante di un libro bello)!
Qui però ho trovato brutto proprio il romanzo, la scrittura.
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