Dettagli Recensione
Il calore degli affetti
Altro bellissimo libro di Kent Haruf. La cosa interessante delle sue storie è la semplicità dei dialoghi unita alla essenzialità e profondità delle frasi che non cadono mai nel banale. Sembra che tutti parlino mettendo a nudo l'anima, personaggi positivi e negativi (pochi questi ultimi). Nelle sue storie gli affetti sono sempre il motore e il faro. I personaggi positivi si incontrano e si aiutano, cercano di sollevare i fardelli altrui per cui il mondo di Kent sembra più positivo e vivibile del nostro e leggere le sue storie fa pensare che la vita potrebbe essere migliore di come è. Molti personaggi positivi maschili hanno una certa trasparenza e ingenuità, per esempio i fratelli Mc Pheron che hanno preso in casa la ragazzina incinta sollevando a Holt un vespaio di chiacchiere e cattiverie. Ma anche le cattiverie non sono descritte, restano sullo sfondo per far risaltare la positività dei personaggi. Anche il rapporto di Raymond McPheron con le donne è improntato alla ingenuità e al candore. I personaggi sono tutti a caccia di relazioni e di calore. Mc Pheron ha due incipit di relazioni sentimentali, una con l'infermiera e una con l'assistente sociale in cui manca la fase di innamoramento e c'è la sensazione che qualsiasi donna gentile potrebbe essere adatta a colmare la solitudine dell'uomo. Così come le relazioni tra persone buone sono sempre positive e di aiuto ma sono anche poco personali in un certo senso, un po' adirezionali, nel senso che la simpatia o la preferenza che si potrebbe nutrire per un essere umano piuttosto che per l'altro è spesso assente. Le persone buone in genere si piacciono tra loro sempre e comunque. I tre diversi romanzi hanno in comune Holt e il modo di procedere narrativo che sfiora diverse esistenze ma non si concentra mai su un personaggio solo. Anzi, sembra che all'autore sia necessario cambiare personaggio per affacciarsi su più vite in una visione di passaggio come da un treno in corsa piuttosto che analitica da romanzo. Il modo di guardare le cose è suggestivo, ma data la trilogia, a me è dispiaciuto che alcuni personaggi siano spariti nel senso che secondo me avrebbe dovuto proseguire anche le loro vicende e accompagnarli per un altro pezzo di strada (ad esempio il prof. Guthrie e i due figli).
In un certo senso le sue storie potrebbero ricordare come spirito più che come stile Marylinne Robinson. Lo stile invece Cormac soprattutto per il tipo di dialogo: frasi corte, essenziali, che hanno una specie di risonanza dovuta alla loro essenzialità che è come se facesse vedere chi le pronuncia sotto una lente.
Dei tre libri il più bello è il Canto della pianura.
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Lievità profonda : penso proprio possa piacermi.