Dettagli Recensione
Un prigioniero delle fantasie del passato
Ho dovuto aspettare un po' prima di recensire questo libro, riflettere su tutto quello che c'è dietro questa storia tragica.
La prima cosa che mi sono detto è che, in fondo, si tratta di una storia abbastanza semplice se ci si sofferma soltanto sugli aspetti superficiali. Nonostante questa impressione iniziale, sentivo dentro di me una strana sensazione, un senso di incompiutezza, come se mi stesse sfuggendo qualcosa.
Ho guardato la più recente trasposizione cinematografica (quella con Leonardo Di Caprio) e pian piano quella nebbiolina si è andata dissipando. Ho guardato il film libro alla mano e non so quante volte ho premuto il tasto pausa per dare uno sguardo alle pagine.
La drammatica storia di Gatsby ha preso a sedimentarsi nella mia mente in un modo che non mi aspettavo.
Jay Gatsby è un uomo che si è fatto da solo. Persino Gatsby è un nome che egli stesso si è dato.
Dalla povertà ha innalzato sé stesso, ha creato una statua d'oro da un cumulo di ceneri e tutto questo con un unico semplice obiettivo: una donna, Daisy.
Un amore insopprimibile che è stato catalizzatore di tutte le sue forze, unico motivo che lo ha spinto a diventare quel che è. Gatsby ha vissuto per Daisy, ha lottato per Daisy; la sua casa magnifica, tutti i suoi possedimenti non hanno alcun senso se nel contesto non è presente colei che è il sogno che nessuno di questi beni materiali può eguagliare, Daisy.
Lei è sposata con un uomo ricco che non la rispetta, ma questo non è abbastanza da fermare Gatsby, prigioniero di un passato felice che vorrebbe riprodurre a ogni costo e che ha soltanto lei come perno indispensabile.
Daisy annulla Gatsby.
Eppure, quell'uomo che fin dall'inizio appare come quello privo di morale, da condannare, sarà l'unico insieme a Carraway che si sia mostrato genuino, vero, determinato nel suo proposito e incorruttibile nel raggiungere l'oggetto del suo desiderio, che non è all'altezza del piedistallo in cui lui l'ha posta.
Tutto questo in un contesto disegnato meravigliosamente da Fitzgerald, in un'America degli anni '20 controversa e profondamente diseguale, divisa tra ricchi che si abbandonano smodatamente ai propri piaceri e morti di fame che affondano in un mondo fatto di cenere.
"Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito di nuovo, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia... e una bella mattina...
Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato..."
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Commenti
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Credo che guarderò anche io le altre trasposizioni cinematografiche. E' davvero un'opera affascinante e controversa come il suo protagonista.
Il libro è sempre un'altra cosa, ma devo dire che ho apprezzato molto il film con Di Caprio!
Vale.
è proprio questo che mi è capitato col Grande Gatsby. La sensazione iniziale era quella di aver letto un libro strano, controverso, ma ho notato che col passare dei minuti, delle ore, questa storia andava a sedimentarsi nella mia mente, che mano a mano l'ha sviscerata e ne ha trovato significati nascosti e una bellezza che va trovata scavando. La mia valutazione "in stelline" è aumentata gradualmente e difficilmente dimenticherò questa storia, come dici tu.
Vale.
Bravissimo!
Quando un libro ci colpisce è più facile che l'analisi che ne viene fuori sia più precisa e sentita! Sono contento che tu l'abbia apprezzata.
Vale.
io sono stato colpito dai significati "nascosti" dell'opera, dalle riflessioni che scaturiscono pensandoci e meditando. Ovvio che la scrittura concisa ed efficace di Fitzgerald ha il suo ruolo in questo...
Vale.
Vale.
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Grazie!
Ho visto tutte ,credo, le trasposizioni cinematografiche : da quella con Alan Ladd a quella con Robert Redford e infine con Di Caprio.
Ma il libro , secondo me, è tutta un'altra cosa ...