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Lontana da tutto, desiderosa di tutto
All' interno di un qualsiasi ambiente famigliare può succedere che si plasmino, si indirizzino e si lacerino personalità indirizzandole verso percorsi affettivi complicati e devianze che dureranno una vita intera, segnata da relazionali patologiche, da un se' smarrito, da traumi irrisolti o sepolti, da comportamenti ossessivo-compulsivi reiterati.
Agli occhi di alcuni la stortura parrebbe manifesta, per altri semplicemente una condizione di normale peculiarità ed eccentricità.
Di certo la vita di questi soggetti condiziona e dirige le proprie relazioni e quelle delle persone a loro care, proiezione o semplice reiterazione del proprio vissuto, di continuo messe alla prova, usate, tradite, ingannate, abbandonate, richiamate.
A volte essi non potranno che assistere inermi al terribile spettacolo, impossibilitati a dare il proprio aiuto e contributo, più spesso verranno stritolati in una morsa asfissiante di nonsense, oppure a loro volta presenteranno segni di devianza patologica e quindi saranno scelti per osmosi, identificazione, riconoscimento.
Di certo Patrick McGrath conosce alla perfezione questa sofferenza ed ama costruire storie di ambivalenza inserite in un rapporto di coppia spesso patologico, con una trama che diviene analisi particolareggiata di una vita e del proprio percorso.
In " L' Estranea " la protagonista è una giovane donna, Costance , che sin da bambina vive un rapporto conflittuale con il burbero ed inflessibile padre, di professione medico, dopo avere perso la madre a causa di una malattia incurabile ed essersi a lei sostituita per accudire la sorella Iris, di quattro anni più giovane.
Oggi, cresciuta, ha cercato di sfuggire da quel padre che non l' ha mai amata, che l' ha sempre considerata un' estranea, un peso, trattandola con indifferenza, non come Iris, la figlia prediletta. Si innamorerà di Sidney, un intellettuale romantico, riflessivo, senza creatività ed immaginazione e lo sposerà per averlo come padre e per potere così ricominciare la propria vita.
Lei in fondo " odia " suo padre, qualsiasi cosa faccia sente di averlo deluso e solo Sydney riuscirà a risvegliarla anche nel desiderio sessuale. Ha una psiche complessa, ripiegata su se stessa, ma è difficile identificare la malattia in se' se non si è mai stati sani. E' una donna piena di blocchi ed immatura, affetta da una nevrosi ampiamente strutturata, in lei sopravvive la conseguenza della promiscuità di sua madre e del disinteresse di suo padre.
Il quotidiano prende improvvisamente una piega inaspettata, che ridefinira' i ruoli all' interno del nucleo famigliare, tra nuovi e vecchi traumi, allontanamenti, ripartenze, lutti, insospettabili verità.
Scoprirà che tutti sapevano quello che a lei e' stato per lunghi anni negato, e si sentirà tradita, esclusa, ingannata. Ed allora nasce l' idea di una nuova vita e di nuovi scopi chiarendo e ridefinendo i rapporti interpersonali.
Sidney si allontana e ritorna in un viaggio colorato di disperazione. Ciascun ruolo e rapporto assume una neo dimensione, l' apparenza si farà inganno, l' inganno si vestirà di apparenza e quando tutto sembra irrimediabilmente perduto prevalgono autolesionismo e noncuranza.
Non ci si può sottrarre lungamente a solitudine ed autocommiserazione, inevitabilmente
riemergono fantasmi ed incubi ormai sepolti. In un intreccio di specchi e scatole chiuse, ogni personaggio assume per l' altro i connotati del proprio vissuto.
Una apparente fine sovente non corrisponde ad un nuovo inizio. Spesso riviviamo nell' oggi le stesse restrizioni inscenando una ripetizione compulsiva. Ed allora l' odio di Contance verso il padre ne diviene dipendenza possessiva, paura di non essere più punita da lui, di cambiare, della libertà che non conosce.
Il male, si sa, distrugge tutto e lei ha bisogno di Sidney, ma per odiarlo.
Dalle profondità di una vita emerge una possibile verità: ciascuno di noi si crea il proprio destino scegliendo o no di restare vittima della propria infanzia. L' amore e la condivisione è la sola possibile risposta e percorso salvifico perche' ogni reiterata solitudine affettiva o percorso auto-curativo non porterebbe lontano se non alla disperazione.
In " L' estranea " McGrath acuisce quel senso di soffocamento e oscurità intrafamigliare che caratterizza da sempre la sua scrittura. Assistiamo ad una spoglia rappresentazione claustrofobica, in una New York in declino, pericolosa, squallida, mediocre.
È una narrazione concentrata esclusivamente sul potere delle emozioni e della mente, i capitoli e la stessa storia narrati alternativamente dalle voci di Costance e Sidney in una visione che accentua le diversità, con una scrittura scorrevole, piana, secca, precisa, centellinata.
È' una ossessione che ritorna nella testa della protagonista, e non solo, coinvolge chiunque la sfiori e le si avvicini. La ripetizione si associa al tormento ed alla deviazione dal reale, a volte pare di non riuscire ad uscirne, la paura di se' e la patologia ti entrano dentro, inutile una via di fuga se non in un' ultima e flebile speranza di un possibile ritorno alla normalità.
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