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Darsi una mano
Il secondo volume della trilogia della pianura con Benedizione ha il denominatore comune del paese: Holt. I personaggi però non sono gli stessi e a me questi del Canto della Pianura sono entrati tutti nel cuore. Ci sono i due ragazzini di 9 e 10 anni, quasi gemelli, con la madre in fuga, forse malata di depressione e il padre insegnante di storia al liceo che si occupa di loro. La studentessa incinta che viene cacciata di casa dalla madre e che viene ospitata prima da una insegnante poi da due fratelli anziani e scapoli. L'insegnante di storia, il padre dei due ragazzini, che viene invitato dal preside a promuovere lo studente sfacciato e sfaticato. Alcune storie sono piuttosto improbabili ma hanno questo denominatore comune che è il desiderio di bene, di darsi una mano, di sostenere l'altro nella sua esistenza misera e zoppicante. Questo aggiunge bellezza a ogni storia dandogli il tocco della favola per quella bontà che è quasi magica da ritrovare nelle vite vere ma che rende le storie più belle e dolci da ascoltare. Rispetto a Benedizione la cura formale e la malinconia lirica sono un po' meno accentuate ma questo secondo libro a me è sembrato ancora più bello, più naturale, più interessante. La presenza dei personaggi negativi, dello studente stronzo e strafottente. del fidanzato di Victoria viziato e irritante, della gente che pensa male dei due fratelli che ospitano Victoria serve a far capire al lettore come il male sia mediocre e come non ci si possa rassegnare al male e alla meschinità e alla miseria quando basta un po' di solidarietà e di generosità per rendere luminosa ogni esistenza.
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