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Amor absolutus
Il giorno del suo quarantunesimo compleanno il famoso romanziere R. fa i conti con la sua vita, con il suo essere, con la sua anima. Lo mette di fronte alla sua essenza una lettera che gli giunge da una sconosciuta, probabilmente morta nel frattempo e che gli confessa dapprima la morte del suo figlioletto, il suo incondizionato amore provato per lui fin da quando era una bimba- sua vicina di casa-, e il presagio della sua imminente morte.
La missiva si apre con la confessione del grande dolore e del lutto di una mamma, sono pagine bellissime e strazianti che fanno pregustare un’ottima lettura. Successivamente si ripercorre la cronistoria di questo amore atipico poiché privo della necessaria corrispondenza utile ad alimentarlo; sono pagine utili a delineare una possibilità tra le tante per alimentare il sacro sentimento, una possibilità che sfocia però in comportamenti assurdi, in silenzi, in ostinazione e nevrosi . Un amore alimentato dall’atto dello spiare, dall’idealizzazione dapprima della persona amata e poi dalla sua accettazione completa; peccato che manchi ciò su cui si fondano i rapporti amorosi: la conoscenza, la convivenza, il reciproco impegno. Ecco, questa è la rappresentazione di un amore absolutus, sciolto in prima istanza proprio dai legami di frequentazione, di imposizione, di accoglienza e di accomodamento che lo rendono realizzabile. È un amore ideale, monco della sua controparte, impossibile dunque. Eppure si è realizzato.
La lettura scorre veloce, l’impatto iniziale va via scemando, rimane tra le righe impreziosite da una prosa cristallina e incisiva, l’anima di una donna impossibile da capire, e alla fine l’esito prodotto dalla sua rivelazione.
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L'autore mi interessa abbastanza ma, dopo la mezza delusione della 'biografia' relativa a Dostoevskij, vorrei riprendere con qualcosa che entusiasmi maggiormente.