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Treni strettamente sorvegliati
 
Treni strettamente sorvegliati 2017-02-07 12:13:35 JuliànCarax
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
JuliànCarax Opinione inserita da JuliànCarax    07 Febbraio, 2017
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Un certo tipo di ingenuità

Questo profondo spaccone da osteria bisogna amarlo caldamente. Sarà che suona una melodia molto affine alle mie corde, che tocca i punti giusti, sarà che al momento opportuno un libro di Hrabal sa donarmi un piacevole conforto con la sua presenza, con le sue venature grottesche e surrealiste, con quello stile cosi “umano troppo umano” che trabocca di vita, vita vera, vissuta tra la gente comune, tra le bombe dei tedeschi, tra le sbronze, cosi consapevole del reale; quella scrittura da outsider, istintiva e fisiologica, figlia della terra in cui l'autore ha vissuto e sperimentato se stesso.

Sergio Corduas (traduttore di Hrabal) afferma che “ben poco si pensa e si fa, nei Treni di Hrabal, molto si vede e si sente” . Timbri stampati sul sedere di una telegrafista fascinosa, treni che partono, treni che arrivano, i treni delle SS con la precedenza assoluta, aerei nemici che franano al suolo, esplosioni lontane, il ticchettio di una bomba, situazioni bizzarre e vari personaggi strampalati trasformano una stazioncina dell'Europa centrale nel “piccolo centro caldo del mondo”.

Tutta la storia passa attraverso gli occhi attenti del ventiduenne, allievo ferroviere, Milos Hrma, baluardo dei fragili , tanto puro quanto ingenuo, tanto malinconico quanto tenero, dotato di quella leggerezza con cui scruta e valuta qualsiasi cosa gli sta intorno.
A lui spetterà l'arduo compito di calare una bomba in uno di quei treni strettamente sorvegliati.

“Mi dico, tanto i tedeschi sono matti. Matti pericolosi. Anche io ero un po’ matto, ma a danno mio, mentre i tedeschi sempre a danno degli altri”

Mi piace pensare che dentro quei treni con quell'ossessiva precedenza assoluta, cosi mortiferi e brutali, carichi d'odio e armi, Milos abbia iniettato parte della sua innocenza; un estremo tentativo di umanizzare questo lato assurdo, folle e meccanico dell'essere umano che genera guerra e morte.
Sul finale, mentre cade la neve, la storia lascia un grande insegnamento e dopo aver chiuso l'ultima pagina ti rimane dentro sciogliendosi lentamente come quando succhi una caramella o sorseggi a lungo un bicchierino di liquore finché il sapore caldo inebria e ritempra le viscere, fino al profondo.

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