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Quando lei era buona
 
Quando lei era buona 2017-02-03 07:58:31 68
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68 Opinione inserita da 68    03 Febbraio, 2017
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Desiderio idealizzato e battaglia impossibile

Lucy Nelson è una giovane donna ossessionata dall' idea di ricostruire una vita di affetti mancati e certezze negate, plasmando a propria immagine un focolare domestico da sempre assente ma fortemente idealizzato.
Il suo è, sin dall' inizio, un percorso segnato da un padre alcolizzato, perdente, incapace di mantenere un qualsiasi lavoro, che entra ed esce continuamente di galera, e da una madre debole, insipida, che non ha il coraggio di lasciare il marito per come la tratta.
Sin da bambina si e' dedicata ad una vita di sottomissione, umiltà, silenzio e sofferenza, ma in verità "....odiava soffrire ed odiava le persone che la facevano soffrire..."
Cresciuta dai nonni materni ( negli anni '40 ) in una cittadina del middlewest è sentimentalmente vicina a Willard, con cui instaura un rapporto quasi figliale ma inizierà, ancora adolescente, una battaglia personale contro quell' altra parte di se' e della famiglia che non riconosce come propria, lei per cui.... " contava che tipo di essere umano eri, non quanti soldi avevi o dove abitavi.."
Un giorno, dopo l' ennesimo episodio di violenza nei confronti della madre, si rivolgerà alla polizia e farà arrestare il padre, troncando definitivamente presente e passato e sottoponendosi all' astio ed al dubbio parentale.
Negli anni Lucy si è fatta una ragazza forte, arcigna, con una sicurezza simulata espressione per contro di grande fragilità, quel radicato desiderio di ricostruzione personale e di redenzione famigliare che diverrà scopo ultimo ed aberrante di un reale ispido e difficoltoso e di una vita che inevitabilmente acquisirà le stigmate della solitudine e dell' abbandono con un' aria di tragedia annunciata.
Il passaggio dalla adolescenza all' età adulta segnera', di fatto, il prematuro matrimonio con Roy, reduce di guerra, un giovanotto romantico e sognatore, un po' ingenuo, affetto da un pantano di idee, così dipendente da lei, ma per Lucy, più che l' amore, conta la correzione del passato nebuloso, l' idea di famiglia, e fare di Roy un padre ed un marito migliore del suo.
Rimane, nel proprio essere, l' idea di un passato a cui non avrebbe più voluto pensare, che avrebbe indirizzato altrove e per questo fine ... "avrebbe anche potuto sposare un marito che in fondo disprezzava..." perché quello che contava era che suo figlio non avrebbe mai dovuto sapere come era vivere in una casa senza padre ne' lei avrebbe vissuto la vita di sua madre..."
Il proprio sommo desiderio era che un uomo severo, serio ed avveduto, facesse da marito a sua madre e da padre a lei. Ma..." in fondo aveva l' impressione che non avrebbe avuto la possibilità di essere non solo giusta, ma anche felice..."
Ad un certo punto il passato parrebbe dimenticato, dissolto, con l' impressione di vivere nel futuro e di avere compiuto la propria missione, trasformato Roy in un brav'uomo .
Ma fondamentalmente "...erano tutti parte di quel passato..." che inevitabilmente ritorna, riguardandoci ed avvolgendoci oltre misura e spietatamente, e la nostra ira funesta, indistinta, per quanto indotta da ragioni più che degne, finisce con il trascinarci in un deserto di solitudine, tra vendetta e perdono impossibile, ai confini della pazzia ( che gli altri vedono in noi ) , delineando tutti i connotati della tragedia classica.
Lucy è una semplice eroina che aspira ad un proprio senso di giustizia, lontano da quella pietas cattolica ( avrebbe voluto farsi suora ) alla quale inizialmente si era avvicinata, indurita da un' esistenza di sofferenze, e trasformatasi in guerriera della vita, ma ancora avvolta in un parallelismo ideale-reale.
Conserva un conflitto aperto ma del tutto personale con l' universo maschile e la moralità puritana del tempo che diviene inverosimile rappresentazione di una realtà sopraffatta dalla cruda esperienza del quotidiano ( e dei personaggi a contorno ).
Il mondo rappresentato da Roth, in questo romanzo giovanile del 1967 con protagonista femminile ( anomalo nella propria produzione letteraria ), scava nei recessi delle relazioni e degli affetti famigliari, dove sovente tutto ha origine e fine, in quella provincia del middlewest che attraversa tre generazioni, sviscerata poi in " Pastorale Americana".
È una narrazione asciutta con un contorno ampiamente descrittivo, che utilizza pochi e secchi dialoghi, accompagnando il destino della protagonista, in un parallelismo ( se' e non se' ) con una malinconia e cupezza di fondo a scandire lo scorrere degli anni, accarezzando sin dall' inizio un epilogo ampiamente annunciato dalla lentezza delle pagine e delle parole, che finiscono per mostrarsi in tutta la propria cruda ed inappellabile verità.

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