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Shantaram 2? no grazie
l'atteso comeback di Gregory David Roberts, non si rivela, ahimè, all'altezza i "Shantaram", diciamolo subito. Personaggi vecchi e nuovi si incontrano in "L'ombra della montagna", nuovamente ambientato in India, e che vorrebbe essere il naturale proseguo del precedente romanzo dell'autore. Purtroppo la magia e il piacevole "effetto novità" del primo libro, qui vanno a scemare. Tra risse fra gang, vecchi e nuovi intrecci sentimentali, la storia prosegue in avanti in maniera abbastanza stanca e prevedibile, cercando palesemente di riprendere i temi socio-filosofici di "Shantaram", senza però eguagliarne la freschezza. Abbastanza pacchiano e forzato il dialogo filosofico tra il santone di turno e il protagonista (quindi il pensiero che l'autore vuole trasmettere al lettore), quasi a testimonianza di un preoccupante calo di contenuti e idee da parte dello scrittore australiano.
Lo stile pulito e piacevole di Roberts rendono sicuramente la lettura scorrevole e veloce ma, per chi come il sottoscritto era rimasto piacevolmente incantato da "Shantaram", a fine libro rimane un po' l'amaro in bocca. L'impressione è quella di trovarsi di fronte a un frettoloso seguito del precedente scritto (benché siano passati una decina d'anni), senza però apportare al tutto qualcosa di veramente significativo e nuovo, qualcosa che possa ancora sorprendere e incantare il lettore.
Consigliato comunque a chi volesse immergersi nuovamente nell'India roberstiana e conoscere a tutti i costi l'epilogo di alcuni dei personaggi più importanti che tanto ci hanno coinvolto e trasmesso in "Shantaram".
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