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Il popolo
 
Il popolo 2017-01-26 13:10:17 siti
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siti Opinione inserita da siti    26 Gennaio, 2017
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“Sono un indiano ma sono anche un ebreo”

Sedici racconti inediti o poco conosciuti scritti nell’arco temporale compreso tra il 1940 e il 1984, presentati in ordine cronologico, più un romanzo inedito “Il popolo”, costituiscono questo volume apparso per i tipi della Minimum fax nel mese di maggio del 2016. Volume splendidamente corredato di una prefazione eccellente sui libri incompiuti, firmata Alessandro Zaccuri, e di un’introduzione di Robert Giroux, colui che fu amico ed editor di Malamud e che ebbe il merito di far pubblicare postumo “Il popolo” nel 1989.

La raccolta ha sicuramente il pregio di fungere da ottima selezione di un trentennio di attività di scrittura e chi conosce la produzione malamudiana ci ritrova personaggi, ambienti, situazioni già incontrati nei suoi bellissimi romanzi. In molti di essi è rappresentato il tema dell’incomunicabilità in seno alla famiglia, oppure il delicato equilibrio dei rapporti sociali; i personaggi di questi racconti ambiscono ad un’altra vita ( “A new life”?), si nutrono di speranze, di arditi slanci, di vere e proprie ribellioni ma poi finiscono quasi sempre per soccombere e riallinearsi al loro vissuto dal quale hanno momentaneamente deragliato rischiando di cambiare tutto e per sempre. Chi osa è solo un pazzo (“Confessione d’omicidio”) ma forse non è riuscito neanche lui e la pazzia è un tarlo come il ronzio che solo Zora sente temendo di divenire matta (“Il ronzio di Zara”). Tra i racconti “Esorcismo” a evocare i rapporti intercorsi tra Malamud e il giovane Philip Roth e due “biografie immaginarie”: una dedicata a Virginia Woolf e l’altra ad Alma Mahler. Due gioiellini.
“Il popolo” invece è la bozza di un grande romanzo che Malamud non ha potuto terminare e che iniziò a scrivere quando la sua lucidità intellettuale non era più integra anche se non venne mai meno l’abnegazione verso l’arte dello scrivere. Rivedeva le sue opere infinite volte con un metodo di revisione molto preciso: nulla era casuale o affrettato o ,peggio ancora, superficiale. Valutare pertanto uno scritto postumo, un incompiuto è per me far torto all’autore. Si può dunque solo accennare al contenuto. Yozip è l’ebreo errante fuggito dalla sua patria (?) per evitare il servizio militare, che incappa in una serie di casi fortuiti i quali lo portano a diventare venditore ambulante, falegname, sceriffo, portavoce dei diritti di una tribù indiana, dopo essere stato dagli indiani rapito, capotribù infine di quel Popolo.
Fortemente ironico nelle situazioni e nei toni, al limite del disincanto tipico della fiaba, è un’allegoria che ricalca il destino di un altro popolo, quello ebraico. Che differenza passa infatti tra un pogrom e un assalto ad un accampamento indiano? Quale differenza tra un esodo e una riserva? Il male, la sopraffazione accomunano i popoli, gli uomini: chi lo subisce e chi lo fa , perché, quando uccidi, il primo a morire sei tu

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i romanzi e i racconti di Malamud
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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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Recensione acuta e intelligente- Grazie! Però Malamud non mi ha mai veramente convinto.
Interessante. Ma se ho ben capito il romanzo Il popolo non era proprio pronto per la pubblicazione. A me Malumud piace molto ma l'ultimo romanzo Le vite di Dubin non mi è piaciuto anche se è ben scritto. Ma la bella scrittura senza un bel contenuto da sola fatica a reggersi specie in romanzi come i suoi.
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siti
26 Gennaio, 2017
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A me invece piace molto. Grazie per aver letto comunque la recensione. Ciao
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siti
26 Gennaio, 2017
Ultimo aggiornamento:
27 Gennaio, 2017
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Mario questo è da prendere come un incompiuto. Ambientato nel West, con scene da saloon, esilarante per certi aspetti, interessante nell'allegoria, originale rispetto alla trattazione solita del nostro.Le vite di Dubin non l'ho letto.
Sì non era pronto, ci lavorò anche il giorno della morte, ma era ancora in fase ideativa, altro che revisione. Mi ha dato l'impressione di un capolavoro abbozzato. Ciao.
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Mario Inisi
27 Gennaio, 2017
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Allora lo dovrò leggere, anche a me Malamud piace molto anzi moltissimo.
Laura, non sono lettore di racconti. Quest'autore, di cui ho letto solamente "Il commesso", mi è parso subito uno scrittore di elevato livello, da tenere in seria considerazione.
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siti
27 Gennaio, 2017
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io te lo consiglio vivamente, in particolare a me sono piaciuti" Una nuova vita" e "L'uomo di Kiev", a mio parere i più belli, insieme a "Il commesso". Grazie per aver letto il mio parere. Ciao
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