Dettagli Recensione
So solo essere l’uomo che sono
Un libro difficile, poco coinvolgente con tante domande al suo interno.
Dopo tanti falliti tentativi finalmente sono riuscito a leggere un libro scritto dal leggendario Delillo, tante aspettative accompagnavano questa lettura che purtroppo sono state inattese; vuol dire che il prossimo tentativo sarà più fortunato o almeno lo spero.
La trama è nota: Ross Lockhart, un ricco uomo d'affari decide di porre fine alle sofferenze della sua amata moglie ibernandola, nella speranza di cure migliori nel futuro, in una struttura specializzata che si occupa di crioconservazione. Il figlio, Jeffrey, chiamato ad assistere il padre e la moglie racconta la sua testimonianza ponendo e ponendosi varie domande sul significato della vita e della morte.
Il libro grosso modo si divide in due parti: la prima, la più interessante, descrive le modalità con le quali si preparano i pazienti alla ibernazione e ne descrive anche la tecnologia a grandi linee ponendo anche le prime e fondamentali domande etiche e esistenziali su quello che questa struttura significa e sul potere che ha e avrà se dovesse essere realmente fattibile e funzionante.
La seconda parte invece ci porta più nella vita di Jeffrey, il figlio di Ross, che vive la sua vita con le sue normali vicissitudini e che però non riesce a togliersi dalla testa quello che ha visto in quella struttura e soprattutto quello che ha sentito a livello di emozioni e ciò lo condiziona nelle sue relazioni e nelle sue percezioni quotidiane.
Le due parti convergono inevitabilmente in una conclusione bella e degna che dà un senso al libro altrimenti da me considerato poco concreto.
Credo che Delillo sia ad un livello talmente alto che si sia potuto permettere questa esplorazioni di tematiche dalla fortissima componente etica, dove il lettore è fortemente coinvolto e continuamente interrogato. Un libro dove si possono trovare molte interessanti considerazioni, dove si discute di cosa sia il tempo, cosa sia l’IO, di quale sia il significato etico di questo modo di morire.
Vorrei evidenziare la bella traduzione di Federica Aceto, la quale a mio modesto parere ha svolto un ottimo lavoro anche in frangenti dove la traduzione non era proprio facile e scontata data la tematica e ha saputo mantenere alto il livello del discorso
Si potrebbe scrivere molto di più, si potrebbe filosofeggiare lungamente d’altronde tra le pagine si possono leggere e apprezzare lunghe elucubrazioni su tutto quello che succede e devo dire che per alcuni questo potrebbe essere un pregio e che per altri invece potrebbe essere fonte di noia. Io mi sono trovato nel mezzo con momenti di forte interesse e altri di forte noia.
Una lettura per menti predisposte e preparate.
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si sicuramente non è un libro da spiaggia come si suol dire però neanche da biblioteca ecco.
Voglio solo dire che il tema è molto etico e che viene trattato bene, non superficialmente; quindi se si vuole apprezzare a fondo quello che l'autore ha voluto comunicare ci vuole un attimo di concentrazione perché alcune riflessioni davvero lasciano voragini aperte dentro, una su tutte: che senso ha la vita se poi non si muore?
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questo libro è nella mia lista e mi ha sempre ispirato molto, ho letto molti commenti positivi e la tua recensione non fa che alimentare la mia curiosità! Dici che è un libro molto impegnativo? Meglio dedicarsi alla lettura in un periodo tranquillo?
Marta