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LA LETTURA, STRUMENTO DI LIBERTA’.
“La mia fantasia ricorrente è che alla Carta dei Diritti dell’ Uomo venga aggiunta la voce: diritto all’immaginazione”.
Questa citazione del libro è un perfetto sunto a mio modo di vedere delle 400 pagine magnifiche scritte da Nafisi che ci raccontano un mondo fatto di privazione delle proprie volontà, delle più piccole inezie che una volta proibite diventano enormi. La lettura è una di queste anche se inezia non è in quanto come mai meglio spiegato, diventa fondamentale nella crescita culturale e personale di ogni essere umano; leggere ti fa crescere domande, sognare altri mondi, interrogare sulla bontà o meno della realtà in cui si vive..e cosa c’è di più pericoloso? Una rivoluzione culturale può essere più pericolosa di una rivoluzione armata, può fare più feriti e lasciare indietro vittime più grandi ed importanti ossia una identità. Ed è per questo che nella Controrivoluzione iraniana di Khomeini (come nel più Occidentale dei governi fascisti anche se con metodologie diverse) la censura la fa da padrona e leggere libri “proibiti” diventa un’arte pericolosa. E’ in questo Iran del post 1979 che si ambienta “Leggere Lolita a Teheran” che fa montare un sentimento di rabbia verso coloro che hanno violentato uno Stato che fino a quel momento viveva dei suoi spazi di libertà concessi a tutti e soprattutto alle donne. L’imposizione del velo, degli spazi separati tra uomini e donne, dell’obbligo di non andare in giro con uomini che non siano mariti o fratelli è da donna inaccettabile qualunque religione tu professi e le nostre amiche di questo club del libro segreto provano in maniera contraddittoria e contrastante tra loro a volte lo stesso sentimento. Ognuna rappresenta una tipologia di donna che in Iran cerca di contrastare il sistema chi in maniera più attiva politicamente, chi con una semplice ciocca di capelli che si fa sfuggire dal velo e nel frattempo si incontrano tra loro tuffandosi nella lettura di Nabokov, Austen etc guidati da una professoressa che diventa quasi una guida spirituale.
“Riuscivano ad aprirsi ed emozionarsi solo parlando dei libri. Quei romanzi ci permettevano di sfuggire dalla realtà..”
Nafisi riesce a raccontarci la sua traversia nello stato della Repubblica Islamica dell’Iran attraverso le sue letture, le sue lezioni all’Università, la sua vita privata e ci riesce benissimo, sembra di vivere con lei la frustrazione e la delusione ma contemporaneamente l’amore profondo verso la propria terra.
“La Repubblica Islamica ha involgarito i miei gusti in fatto di colori. Ho solo voglia di colori sfacciati, come il fucsia o il rosso pomodoro.” Quanto può essere controproducente il proibizionismo e la censura? I modelli che cerchi di proibire diventano mete agognate e il risultato è esattamente l’opposto di quello che ti sei prefisso, ed in questo racconto viene fuori con estrema naturalezza.
Un libro pieno di sentimenti, passioni, dolore, storia e cultura. Da leggere soprattutto per capire quanto sia davvero importante parlare di libertà in maniera seria, termine oggi sovrautilizzato.