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Principessa Casamassima
 
Principessa Casamassima 2017-01-08 00:35:47 Mario Inisi
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    08 Gennaio, 2017
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Giochiamo alla questione sociale

Decisamente non il miglior James.
Lo stile è il suo: pulito, tagliente, ironico, sarcastico, cinico al cianuro nella frase finale che mi ha fatto cadere dalla sedia dal ridere. Non me la aspettavo nemmeno da uno come James in quel contesto.
E' la storia che non mi è piaciuta molto. L'inizio è carino e molto dickensiano anche se James non ha l'ingenuità candida di Dickens, tutt'altro. Però il tipo di personaggi (la buona sartina, il figlio del nobile e della prostituta) e la situazione iniziale me lo hanno ricordato.
La storia è questa: un bambino (figlio di un nobile e di una prostituta) viene preso in affidamento da una buona sarta e cresciuto con tutte le premure da lei con l'aiuto di un amico violinista. Il ragazzo è intelligente e abbastanza idealista e viene in contatto con persone che si interessano alla questione sociale, primo tra tutti Paul. I due amici diventano amanti della stessa donna, la Principessa Casamassima del titolo, che li avvicina perchè interessata a sua volta alla questione sociale.
Ora la questione sociale è affrontata nel romanzo in modo fastidioso. C'è un vasto complotto di cui chi ne fa parte ha solo una vaga idea. Nessuno conosce le idee che ci sono dietro per non parlare dei piani. Si giura fedeltà e si promette di mettere in ballo la propria vita senza sapere cosa si dovrà fare, con chi e perchè. Quando la principessa si mette in testa di saperne qualcosa di più e di contribuire alla causa, la cosa si fa caricaturale perchè gli interessi della donna sono discutibili, la sua più grande abilità è quella di essere una intelligente conversatrice, e le cose che vorrebbe sapere non le sa nemmeno James. Piano piano si scopre che della questione non importa poi molto a nessuno. La Principessa è una donna intelligente che vivendo in ozio la maggior parte del tempo deve pur procurarsi delle emozioni. Il personaggio più interessante è lei, speculare al personaggio maschile di Paul: mi sembra di riconoscerci l'autore. Credo che l'autore come Paul sia in grado di capire le debolezze dei suoi simili e di ricavare dai suoi simili quello che possono dare. Nel caso di Paul quello che cerca è un tornaconto materiale mentre la Principessa pretende di essere sorpresa e divertita o interessata, quindi cerca un tornaconto intellettuale. Non per niente quando la Principessa invita Paul ad andarla a trovare, Paul come prima cosa le chiede cosa gliene verrebbe e rifiuta di andarci, lasciandole capire che l'aspetto intellettuale non è sufficiente. Sono due personaggi attrezzati a vivere perchè sono riusciti ad escludere il cuore e i sentimenti dalle loro relazioni. Questo li rende poco vulnerabili, sicuri di sè e affascinanti. D'altra parte c'è una contropartita che è probabilmente la noia. La principessa lo ammette chiaramente di avere bisogno e di ricercare nelle sue frequentazioni degli stimoli intellettuali. Il suo interesse ai poveri e la sua intenzione di frequentare i luoghi malfamati è nello stesso spirito di chi va a caccia della sua adrenalina in qualche modo. D'altra parte le relazioni che non contengono una componente affettiva si consumano e vanno cambiate. Il fascino della Principessa è che prova un interesse autentico per la persona che ha davanti, quasi una fascinazione, e questo a sua volta avvince l'interlocutore. Ma altrettanto sinceramente se ne stanca. Paul è simile a lei solo che non gli interessano gli esseri umani ma le idee e il suo approccio alla questione sociale o alla ideologia è simile a quello di lei con gli esseri umani. Non c'è nessuna fede o passione in Paul. Paul nella relazione con la Principessa non si lascia consumare, non le dà tutto se stesso ma prende quello che gli fa comodo. Mantiene la sua mente per sè e quindi continua ad avere la fonte del suo fascino. Gli altri invece svelano se stessi senza riserve. In un certo senso è come se James dicesse che nelle relazioni il più forte deve essere cinico, tenere il cuore in cassaforte, restare lucido in modo da giudicare l'altro sforzandosi di smascherarlo e guardandolo per come è. Ma Paul è migliore, più forte della Principessa perchè conosce anche meglio se stesso. Questo lo rende più calcolatore ma come personaggio lo preferisco a lei. Immagino che James ci si rispecchi. Credo che avesse anche lui una sorella malata cui era molto legato. Hyacinth invece non mi è piaciuto particolarmente come personaggio. Dovrebbe essere il più idealista anzi lo è, ma mi pare che sia soprattutto un individuo con poca personalità. Corre troppo dietro alla Principessa e depone all'istante la sua passione per la causa ai suoi piedi. Non mi pare probabile che appena una donna, fosse pure la più bella del mondo, vuole sapere i nomi dei congiurati, uno che fino alla riga prima giurava fedeltà assoluta alla causa, vuoti subito il sacco. Il romanzo ha qualcosa che non va nella costruzione, troppe pagine e poi quella Principessa sempre al centro di tutto. In questo romanzo James riesce a essere esasperante soprattutto nella seconda metà e con quella questione sociale in cui i congiurati sembrano essere del numero giusto per una partita a briscola.
E comunque James è troppo riservato. Per capire che i due amici sono stati amanti della Principessa bisogna arrivare alle ultime pagine e intuirlo perchè chiaramente non è mai detto. Eppure è un elemento utile a inquadrare le relazioni.
In ogni caso non credo che la questione sociale sia mai rientrata tra gli interessi di James.
La conclusione non mi sembra legata al maggiore idealismo di Hyacinth ma al fatto che le sue illusioni (tra cui rientra l'idealismo) si scontrano con la realtà e che il suo mondo affettivo vacilla.
Il romanzo nel complesso sembrerebbe un invito a deporre gli ideali davanti alla cruda realtà del proprio tornaconto.

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Commenti

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08 Gennaio, 2017
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Ciao Mario.
Bella recensione, che coglie davvero alcuni punti chiave del romanzo, che anche secondo me non è tra i più riusciti di James.
Ti sono grato perché sei riuscito a far pubblicare la scheda del libro, così posso anche io inserire la mia recensione: è ormai parecchio tempo che per rispondere alle proposte di libri da inserire ci mettono una vita: io ho due libri in attesa da oltre un mese, e questo non facilita a mio modo di vedere l'attività degli utenti.
Mario, condivido e aggiungo : secondo me, il peggior James, scrittore che ammiro; però questo libro non mi è piaciuto, addirittura non vi riconoscevo la scrittura dell'autore, mi sembrava Dickens (autore, questo, che conosco pochissimo e a fiuto non mi piace).
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
08 Gennaio, 2017
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Di Dickens leggi Grandi speranze, è bellissimo.
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
08 Gennaio, 2017
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Grazie, anche io ho letto con molto interesse la tua. Anche la precedente , credo che cercherò il De profundis magari si trova pure online
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