Dettagli Recensione
"Più prezioso dell'indipendenza e della libertà è
E' un romanzo bellissimo sul meticciato come inevitabile condizione della contemporaneità. Il protagonista è un personaggio doppio fin dall'origine: figlio illegittimo di un sacerdote francese e di una cameriera vietnamita, dichiara lui stesso che la sua condizione lo porta a capire le culture altrui, al di là della divisione amico/nemico: "se col tempo ho imparato che passare sopra le differenze tra noi e gli altri può essere altamente meritevole, lo devo a mia madre. Dopo tutto, se non avesse trascurato le differenze tra una cameriera e un sacerdote, o se non avesse lasciato che queste differenze venissero meno, io non sarei venuto al mondo". Divenuto comunista convinto, a partire da una spinta di tipo nazionalista, viene mandato a studiare, con l'acribia di un antropologo, la mentalità americana, e si serve di questa competenza per svolgere al meglio la funzione di spia infiltrata per conto dei vietcong nello staff del generale in capo della polizia sudvietnamita, insieme al quale fugge in America dopo la caduta di Saigon, continuando a informare i servizi segreti vietnamiti dei tentativi di revanche degli esuli. Ma le cose si complicano per tre motivi: il capitano finisce per avvertire il fascino della cultura americana che ha acquisito almeno quanto quello della cultura vietnamita ( a sua volta frutto di molte ibridazioni) in cui è cresciuto; alla fedeltà alla causa si aggiunge, e a volte si contrappone, il patto di sangue da cui si sente vincolato con due amici, uno dei quali è il suo capo, ma l'altro è un convintissimo ex membro degli squadroni della morte sudvietnamiti; per svolgere al meglio il suo compito di informatore deve anche confermarsi come il più fidato dei collaboratori del generale nel cui staff è infiltrato, e questo lo porta per due volte a determinare la morte di persone innocenti. Per giunta le sue esperienze lo mettono a contatto con gli eventi (dalla fuga dei boat people alle vicende della Cambogia, alla guerra tra Vietnam e Cina) che determinarono in Occidente nella seconda metà degli anni '70 un rapidissomo eclissarsi del mito del Vietnam. Per questo il finale, che non rivelo, e in cui il trio degli amici che avevano stretto a 14 anni il patto di fratellanza di sangue finiscono per ritrovarsi, è costruito su un amaro e dissacratorio rovesciamento della famosa frase di Ho Chi Minh: da "niente è più prezioso dell'indipendenza e della libertà" a "più prezioso dell'indipendenza e della libertà è il niente".