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Fuga senza fine
 
Fuga senza fine 2016-12-28 21:23:46 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    28 Dicembre, 2016
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Essere e quasi non essere

"A quell'ora il mio amico Franz Tunda, 32 anni, sano e vivace, un uomo giovane, forte, dai molti talenti era nella piazza davanti alla Medeleine, nel cuore della capitale del mondo e non sapeva cosa dovesse fare. Non aveva nessuna professione, nessun amore, nessun desiderio, nessuna speranza, nessuna ambizione e nemmeno egoismo. Superfluo come lui non c'era nessuno al mondo".
Franz Tunda, tenente dell'esercito austriaco per desiderio del padre, non fa nulla a modo suo nella vita. Deve rinunciare alla musica che ama, fare l'accademia militare dove riesce benissimo in ciò che non gli interessa e infine deve andare a combattere. Finito prigioniero dei russi riesce a scappare grazie a un polacco che lo ospita per anni per poi diventare per puro caso e senza convinzione alcuna rivoluzionario bolscevico. In genere sono le donne a tirarlo di qua e di là, dirottando la sua vita. Certo, a partire dalla rinuncia alla musica la sua vita si diluisce. Il rapporto con il fratello si perde nell'invidia (lui può studiare musica) . Una serie di circostanze indirizzano le sue scelte politiche, di donne, di luoghi in cui vivere. La fuga del titolo è quasi più una ricerca del primitivo Tunda che si è perso, senza peraltro trovarlo mai. E' un passare da un luogo a un altro da una donna all'altra apparentemente alla ricerca della fidanzata quasi fosse stato il lasciarla l'errore principale della sua vita. Tunda incontra donne che lo distolgono dal ritorno a Irene, la fidanzata, molto facilmente. Forse non sentendo se stesso teme di non essere amato da lei. Una donna tra le tante le assomiglia molto. Tutte hanno una certa leggerezza di costumi. Ma probabilmente Irene non è il vero problema di Tunda. E certo non è il solo. Anche l'idea di cercare Irene quando è ormai sposata è un tentativo falso di affrontare un problema. Avrebbe dovuto cercarla prima o almeno farsi riconoscere da lei e parlarle. Alla fine Tunda è così insicuro di se stesso che non tenta di avere un rapporto vero con nessuno: da Irene, al fratello, alle sue mogli e donne varie. La sua mancanza di prese di posizione, di scelte, di atti di volontà lo rendono invisibile come uomo alla sua stessa coscienza. E gli fanno temere di essere invisibile agli altri. Significativa la scena dell'incontro con Irene. In realtà è un uomo che ha una grande facilità di rapporti: dal polacco alle donne (tutte), chiunque si lega a lui. Non sono i rapporti con gli altri il vero problema ma quello con se stesso e dunque con la fidanzata come conseguenza. Lei lo conosce, lo ha conosciuto, teme le sue aspettative.

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Commenti

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Ciao Mario. Concordo pienamente con la valutazione assegnata. Siccome amo la scrittura dell'autore, ovviamente da questo libro mi aspettavo di più. Forse è il meno riuscito fra i suoi testi che ho letto.
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
01 Gennaio, 2017
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Tunda è particolare. Ho letto che è una persona reale, non solo un personaggio. Comunque è interessante.
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