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Gli assalti alle panetterie
 
Gli assalti alle panetterie 2016-12-10 16:13:19 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    10 Dicembre, 2016
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Simbolismo, ironia e delirio onirico.

“Dio era morto, al pari di Marx e di John Lennon. E noi eravamo famelici” Così il protagonista dei due racconti di Murakami Haruki scritti negli anni ottanta e solo recentemente pubblicati da Einaudi con il titolo “Gli assalti alle panetterie”, allude alla caduta delle ideologie e al dissolversi dei sogni. Ciò che resta è la fame, una fame che è la manifestazione fisica del male che istiga a delinquere. “Non era la fame a spingerci a fare il male, no. Il male si trasformava in bisogno di cibo per istigarci a delinquere.” Ed è questa sensazione di vuoto, prima di piccole dimensioni, poi via via più grande fino ad raggiungere proporzioni abissali, che spinge i protagonisti a compiere il primo assalto alle panetterie. Tra croissants fragranti, appena sfornati, con il sottofondo della musica di Wagner, i due amici minacciano il panettiere, che lungi dal terrorizzarsi propone di dar loro tutto il pane che vogliono, se solo si fermano ad ascoltare la musica di Wagner. É palese l’ironia di Murakami, che oppone la magica funzione terapeutica della musica alla sciocca aggressività dell’uomo. Il male, così neutralizzato estingue la fame, il vuoto viene colmato, la fantasia rinasce.
Il secondo racconto, con al centro lo stesso protagonista, ormai sposato, si sviluppa intorno al medesimo tema del vuoto e della fame. Qui compagno nell’iniziativa di assaltare un McDonald’s non è più l’amico di cui si sono perse le tracce, ma la moglie, anche lei assalita da una fame insaziabile in una notte d’insonnia. Il vuoto, questo abisso che sembra attrarre e spaventare al contempo è rappresentato dall’immenso cratere di un vulcano che giace in fondo al mare e sul quale il protagonista si affaccia dalla barca ondeggiante su cui immagina di navigare. È questa la dimensione onirica del racconto, dovuta alla volontà e alla capacità dell’autore di tenere il lettore sospeso tra realtà e immaginazione. Anche in questo secondo racconto ogni violenza viene neutralizzata dall’appagamento di una fame apparentemente inestinguibile.
Due racconti assai suggestivi che anticipano alcuni dei temi del futuro grande Murakami. Un’edizione Einaudi assai curata soprattutto grazie alle bellissime illustrazioni di Igort, uno dei più importanti disegnatori italiani.

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Commenti

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siti
10 Dicembre, 2016
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Ero molto curiosa su questo titolo, grazie Anna Maria, come sempre recensione lucida ed esaustiva.
Grazie Laura. Si legge in mezz'ora!
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