Dettagli Recensione
Il potere della stampa scandalistica
Mario Vargas Llosa - Crocevia
L’ultimo romanzo del premio Nobel Vargas Llosa è un romanzo che mescola i generi, spaziando dall’erotico al thriller con anche un pizzico di romanzo storico e tenendo sempre presente un unico protagonista: il Perù.
In questo libro siamo a Lima, la capitale, e in particolare l’autore ci porta in un quartiere di Lima dal nome “Cinco esquinas” (particolare tipo di incrocio dove confluiscono 5 strade ) che è anche il titolo originale dell’opera. Un quartiere particolarmente famoso per essere stato teatro di uno dei crimini piu efferati accaduti nella Lima di fine anni ‘90, in piena dittatura, un quartiere centrale ma povero dal quale la storia si alimenta regalando, tra l’altro, la protagonista femminile.
Come accennato siamo in piena dittatura Fujimori, sul finire degli anni ‘90, il coprifuoco scandisce le vite dei suoi abitanti, una coppia di amiche realizza che è troppo tardi per rientrare a casa e una di loro si deve fermare per la notte; così inizia una splendida scena lesbo-erotica (la migliore) tra le due protagoniste, qualcosa che non mi aspettavo e che ha fatto spostare subito lo sguardo sotto un’altra luce e tra l’altro spiega anche la copertina!
Le due donne appartengono all’alta società di Lima, mogli di due uomini di successo i quali, loro malgrado, saranno protagonisti della storia portante del romanzo, fatta di foto rubate, ricatti e scandali architettati apparentemente dalla stampa scandalistica: potente strumento per infangare e portare avanti denigranti campagne di persuasione su avversari politici e non.
La stampa è l’altra protagonista dell’opera, e Vargas Llosa ci tiene a mettere in evidenza una stampa malata, parziale e a servizio di poco nobili cause che però è enormemente importante nelle strutture di potere di regimi autoritari come lo era quello di Fujimori, con una particolarità: qui è la stampa scandalistica a essere protagonista, come se da noi un paparazzo come “Corona” diventasse potentissimo strumento intimidatorio.
In questa opera si distinguono i tre assi portanti dell’opera di Vargas Llosa: la politica, il giornalismo e l’erotismo. Ben scritto, scorrevole, ci fa immergere nelle strade e nella vita peruviana di quel tempo e ci porta alla scoperta di un paese lontano che ha vissuto nel recente passato una dittatura di cui non conoscevo quasi nulla. Una dittatura che usava molto bene i la stampa, la quale da questa opera ne esce davvero con le ossa rotte e con ancora qualche residua speranza di redenzione.
I personaggi tratteggiati nel romanzo non sono indimenticabili, nessuno mi ha colpito particolarmente, li ho trovati un po’ superficiali con poche o nessuna virtù; lo stesso posso dire per la parte dove l’erotismo la fa da padrone: capitoli fini a se stessi che non aggiungono nulla alla storia se non qualche voyeurismo di maniera e qualche esercizio di stile più utile all’autore che alla narrazione.
L’opera nel suo complesso è valida, è pur sempre il grande Mario! Anche se mi aspettavo di più, mi aspettavo più coinvolgimento, più emozioni e invece direi che, nonostante i molti cambi di registro e i tentati colpi di scena, la storia scorre piuttosto piatta fino al gran finale che la riscatta parzialmente.
In definitiva: lontano dalle vette di Vargas Llosa ma comunque un’onesta e più che sufficiente lettura.
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Commenti
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Mia grossa lacuna : non conosco ancora questo celebre autore!
Probabilmente però penso sia meglio cominciare da altri suoi testi.
si credo anche io che altri titoli più famosi siano più indicati per apprezzarlo e mi riferisco a: La citta e i cani, considerato un caposaldo della letteratura latinoamericana contemporanea; La zia Julia e lo scribacchino; e infine Elogio della matrigna.
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