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A sangue freddo
 
A sangue freddo 2016-11-11 14:01:55 Giovannino
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    11 Novembre, 2016
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Una storia americana.

Nel Novembre del 1959 l’America venne scossa da un cruento pluriomicidio. In una piccola cittadina del Kansas infatti la famiglia Clutter, padre, madre e due figli, venne totalmente sterminata da due squilibrati che, entrati in casa per una rapina, finirono per trucidare la famiglia inerme. Capote lesse questo notizia da un trafiletto di un giornale e ne rimase fortemente colpito tanto da iniziare questo romanzo che lo impegno per sei lunghi anni, e dopo di questo smise di scrivere. “Non potrete mai capire quanto questo romanzo mi sia costato, mi ha logorato fino al midollo”, questa è una sua celebre farse al riguardo, ora non si sa se questa sia la motivazione reale o meno, ma sta di fatto che è l’ultima opera portata a termine dallo scrittore.
Il libro si apre con una profonda descrizione dello scenario, presentato come un classico e rurale villaggio del mid-west, dove le persone sono poche, le capre tante e la gente semplice, burbera ma gentile. Uno dei più ricchi del villaggio è per l’appunto il signor Clutter, che spesso da lavoro a dei forestieri nei suoi campi ed è proprio uno di questi, finito in carcere, che darà poi la falsa notizia agli esecutori materiali del delitto di una cassaforte. I due giovani delinquenti, Perry e Dick, finiscono quindi la detenzione e una volta usciti decidono di andare a fare visita alla famiglia Clutter per quello che sembra un colpo facile facile. In realtà poi la notizia della cassaforte si rivelerà infondata ma i due criminali decisero comunque di non lasciare testimoni uccidendo a sangue freddo l’inter famiglia. Inizia quindi la loro fuga, che terminerà quando goffamente tenteranno di rubare un auto. Capote continuerà poi il racconto anche durante l’interrogatorio dei due giovani, ed è proprio qui che darà il meglio di sé, probabilmente perchè seguito di persona, delineando in maniera perfetta e da vero psicanalista le personalità di entrambi. Il romanzo terminerà poi con la tragica ma evidente unica conclusione.
Lo stile è prettamente giornalistico, d’altra parte era proprio quello che voleva Capote e cioè scrivere un romanzo-indagine sulla vicenda, di conseguenza ogni posto o personaggio è dettagliatamente descritto, inclusi anche i vari passati dei protagonisti o i loro vizi e abitudini. Il linguaggio è semplice e comune anche se essendo stato scritto 50 anni vi si trovano molti termini ormai desueti. In sostanza è un romanzo molto avvincente ed interessante, sia dal punto di vista letterario che giornalistico, unendo la vicenda di per sé (già tragica e piena di thriller) ad un’ottima analisi giornalistica. Se vi piace il genere non fatevelo scappare.

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