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pianificazione del caos
Oggi vado a recensire il libro che ha reso Roth uno dei maggiori autori contemporanei, infatti grazie a pastorale americana Roth vinse il pulitzer.
Non è facile parlare di pastorale americana perchè il libro è un intreccio di domande poste,di risposte date e non date, di salti nel passato e di salti nel futuro e tutto ciò attraversa la mente e l'anima di un unico uomo ovvero Seymour Levov. La trama si districa tra l'infanzia di Seymour fino ad arrivare in un'età in cui diviene consapevole del destino dell'uomo,del mondo e della storia. Uno penserebbe che questi pensieri colpiscano un uomo in età adolescenziale ma no, Seymour è diverso lui è lo "Svedese" (soprannome affibbiatogli nella gioventù) e questi pensieri lo colpiranno ben più in là ovvero verso la cinquantina. Qui sta il punto del libro, perchè così tardi(domanda a cui, per non cadere in spoiler risponderò solo in parte)? Per quale motivo?(dicasi lo stesso per questa di domanda; queste mie domande vogliono solo essere di incipit a voi futuri lettori per farvi capire a cosa si deve cercare di guardare in un libro di non semplice comprensione) E l'ambiente che lo circonda com'è che cambia?
Iniziamo con ordine, nelle prime pagine ci viene descritto lo svedese nell'ambiente di un quartiere ebraico di Newark dove ci viene mostrato tramite gli occhi del narratore delle primissime pagine del libro ovvero il ormai consueto Nathan Zuckerman. Tramite lui scopriamo di tutto sullo svedese, dalla sue abilità nel baseball( a dire il vero in qualsiasi sport) fino ad arrivare a ciò che legge e non meno importante ci viene mostrata la sua famiglia e l'ambiente in cui cresce.
Tutto agli occhi di Zuckerman sembra idilliaco nella vita dello svedese finchè 50 anni dopo scoprirà della sua morte e scoprirà di come questa celebrità ha vissuto una vita illusoriamente idilliaca e di come un uomo consapevole di avere tutto nella vita scopre che in verità non ha nulla.
Tutto ciò si svolge in una città,anzi un paese, in continuo mutamento. All'inizio ci troviamo in una città senza alcunchè di speciale ma alla fine ci troviamo nel degrado totale e tutto questo va di pari passo con il degrado, con la distruzione che lo svedese affronta nella propria vita. Di spoiler non ne faccio quindi analizzerò i temi che Roth va ad affrontare che sono i più disparati, dalla guerra del vietnam fino all'inconsapevolezza dell'uomo.
Dalla penna di Roth abbiamo una fugace visione della realtà, fugace perchè ogni volta che lo scrittore ci propone un tipo di realtà essa sguscia via, rendendo la realtà ed il mondo che la circonda mutevole, proprio come il destino del suo personaggio e più in generale dell'uomo stesso. Roth non ci dà nemmeno le coordinate per capire quali siano i perchè i motivi di tali cambiamenti, tutto sembra avvenire per volontà del dio del caos. Forse è proprio questo l'elemento che caratterizza il racconto di Roth, il caos sotto ogni forma;che si esplicita a noi in tutti i nostri momenti della giornata, in tutti i nostri momenti della vita, nonostante noi pianifichiamo e ri- pianifichiamo tutto(come lo svedese fà addirittura fin dalla primissima adolescenza) il caos è lì per farci uno sgambetto, per farci cadere nel baratro più profondo, per renderci incapaci di comprendere la realtà che si palesa attorno a noi insomma per preparare anche il più impreparato degli uomini a quella grottesca realtà che viene definita vita.
Tutto ciò Roth lo fa tramite una penna che forse da il suo meglio in questo romanzo, usando uno stile, sia nelle riflessioni sia nel raccontare gli eventi, pesante ma al contempo godibile. In fondo certi temi non possono essere trattati in modo leggero e difatti ci vuole anche un vero maestro per rendere tali temi di facile comprensione anche ai lettori meno accaniti..... Complimenti Roth
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Un libro veramente notevole; monumentale, direi. Per la verità, fra i non molti libri che ho letto dell'autore, l'unico che mi sia piaciuto.