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Odore di Nobel (puzza di zolfo)
Libro leggero, commerciale, forse piacevole che non ha niente a che fare con la letteratura e di cui mi meraviglia la presenza tra i titoli di narrativa straniera Minimum Fax che in genere compro a occhi chiusi: Purdy, Malamud, Tevis e Yates. Dovrò guardare meglio la prossima volta. Il romanzo racconta soprattutto la travagliata relazione tra una ragazzina sedicenne aspirante scrittrice e un maturo scrittore in odore di Nobel, Claramunt, famoso seduttore. Claramunt è colpito (alla Venditti) dalla ragazzina, aspirante scrittrice, che assume come sua segretaria, soprattutto dal suo fondoschiena. Tenta anche di trafugare e pubblicare a suo nome il manoscritto di lei La storia della sorella cattiva, la triste storia di una ragazzina che vive con una madre pazza in un piccolo paese ma la sua editor e amante capisce al volo che una storia così empatica non può essere stata scritta da lui e così Claramunt si limita a prendere dalla casa editrice un lauto compenso come procacciatore del manoscritto. Il lauto compenso se lo è meritato leggendo il romanzo in cui le righe migliori sono i pensieri di lui, soprattutto quelli sul mondo editoriale, sugli scrittori, sul fatto che la notorietà di uno scrittore non abbia niente a che vedere con il talento, che il successo di un libro è comunque un malinteso. In questo caso gli diamo ragione. Strano che con il suo odore di Nobel abbia cercato di trafugarlo. La scelta sarebbe stata avventata.
La scrittura è molto semplice e dunque risulta di facile lettura anche se è abbastanza insipida. Curioso il personaggio di Claramunt.
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