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La festa è finita
Negli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale New York pullula di gente ricca, bella, affermata: qualcuno proviene dall’ovest , ha il mondo in tasca e appartiene al bel mondo, altri sono in cerca di fortuna, altri ancora l’hanno fatta , qualcun altro già pensa a migrare verso l’ovest per non rimanere schiacciato. Sono i ruggenti anni venti: c’è posto solo per chi è benestante, ricco sfondato, mutevole nei gusti e nelle idee, razzista e profondamente egoista. Tutti gli altri sono destinati a soccombere compreso chi pur essendo un “grande” ambisce all’amore.
L’io narrante Nick, tornato dalla guerra , cerca, anche lui originario dell’ovest, di inserirsi in questo mondo mantenendo però ben salde le sue convinzioni personali senza subire il fascino dell’effimero, del transitorio, dell’apparenza e filtrando per noi, senza giudicare, un mondo e un’epoca. L’espediente narrativo lo vuole il collante di due mondi, quello dei ricchi e quello dei poveri, di due aree geografiche l’est e l’ovest del Paese, dell’antefatto e dello svolgimento della narrazione che altro non è che una storia d’amore. Stabilitosi a New York, trova modesto alloggio in un’abitazione schiacciata da magnifiche ville e destino vuole che lui sia vicino di casa di un personaggio enigmatico da tutti noto per la frequenza e lo sfarzo delle sue celebri feste. L’ottica esterna di Nick, il suo punto di osservazione rendono oggettiva una realtà consolidata fatta di eccessi, smanie, conoscenze, via vai e profonda solitudine. Nick a New York ha anche una ricca cugina che rivedendolo gli lamenta l’assenza al suo matrimonio mentre era in guerra. Si incontrano nella sua bella casa e lì conosce il marito Tom, la loro figlioletta, e l’amica Jordan Baker, una celebrità dello sport. La frequentazione prosegue fino a che entra in scena Gatsby e da allora tutto si mescola, si sfalda ulteriormente e precipita terminando in tragedia.
Gran parte della narrazione è tesa a descrivere la percezione che si ha di quest’uomo e ciò contribuisce a proseguire nella lettura, gli eventi anticipati e preparati in pochi capitoli precipitano e si risolvono magistralmente in quelli finali lasciando una lettura dal sapore amaro, struggente e malinconico. Non è stato semplice apprezzarla , non è amore a prima vista, gli riconosco efficacia narrativa e aderenza ad un mondo bello e spavaldo, una malinconia di fondo che detronizza il bel mondo e il sogno americano.
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