Dettagli Recensione
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Non credo che “ Che tu sia per me il coltello” sia esattamente una storia d’amore. Del resto il riferimento alla frase Che tu sia per me il coltello con cui frugo dentro me stesso è abbastanza chiaro. Forse il romanzo contiene anche una storia d’amore ma è soprattutto una richiesta d’aiuto di un uomo che sta morendo congelato e disidratato per le ferite del suo passato a una sconosciuta che non si capisce perché dovrebbe corrispondere con lui mancando completamente nel loro gioco la molla dell’attrazione fisica (lei non sa chi è lui), sostituita probabilmente dalla curiosità per la situazione anomala. Il romanzo quindi è in forma epistolare (richiama le lettere a Milena di Kafka)e le lettere per la maggior parte del libro sono quelle di lui mentre le lettere di lei sono solo citate e vengono riportate solo dopo che finiscono le lettere di lui. Le lettere sono o vogliono sembrare d'amore. Le lettere di lui sono cioè d’amore ma contengono la strana richiesta di restare lettere e non diventare mai incontri, cosa che fa sorgere dubbi sulla loro vera natura. Le regole del gioco amoroso letterario sono infatti che i due non devono incontrarsi mai e che in un dato giorno smetteranno di scriversi completamente. Le lettere di lui sono molto belle, e all'inizio il romanzo mi è sembrato bellissimo. Forse poteva essere tagliato, nel senso che dopo un po' la lettura diventa un tantino esasperante e ripetitiva. In ogni caso i due riescono a creare un universo parallelo dove si sta bene, fin troppo bene e non si capisce il motivo della data di scadenza della loro corrispondenza. Sembra che lui sia un habitué dell’amore virtuale e cambi donna come un bravo orologiaio fa girare le lancette dell’orologio per un suo bisogno di femminilità che non è una esigenza sessuale ma mentale. Dopo alcune lettere di lei a lui, che però non le risponde più, arriva il finale criptico in cui anche la scrittura si ingarbuglia e c'è una telefonata reale di lui a lei e la narrazione diventa confusa in un alternarsi dei pensieri di lui e di lei. Lui sembra impazzito e le telefona, dopo tante lettere d'amore, per dirle che ha chiuso il figlio fuori casa al freddo e non intende farlo entrare. Si sente l'angoscia del tempo che passa, del freddo, di lei che non sa che fare, della pioggia che cade. Io credo che il finale sia chiaramente simbolico. Penso che il bambino stia a rappresentare una parte dello stesso essere umano che deve essere accolta e amata. Lei è stata scelta da lui come corrispondente in quanto madre in grado di accogliere e curare il bambino congelato che sta in lui e salvarlo. Io voglio credere che lei ci riesca, cioè mi fa piacere pensarlo anche se il finale non è del tutto chiaro. In effetti l'amore quando è amore non ha bisogno di niente altro che di esserci e in un certo senso può non essere molto diverso esserci come madre o amante. La gravidanza di lei mi pare simbolica di questo strano rapporto che consiste nell'accogliere il bambino Yair. Il finale è abbastanza a sorpresa dopo una storia che sembrava nella sua mancanza di avvenimenti molto lineare. E la richiesta d’aiuto e di amore è tenera e lancinante, più di quanto apparisse dalle lettere.
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La recensione , come al solito, è interessante. Dell'autore ho letto un solo libro (mi pare "Qualcuno con cui correre") e non mi è proprio piaciuto : molta noia, benché vi si riconosca qualche qualità letteraria.