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Pellegrino
Harold, pensionato inglese, in crisi con la moglie, solo e pieno di rimorsi riceve una lettera. Una collega di vent'anni prima, gli annuncia di essere in fin di vita a causa di un tumore e lo saluta. L'anziano le risponde con un banale biglietto e si avvia verso la vicina posta. ma, arrivato lì decide di proseguire verso la successiva, e non si ferma più per mille chilometri. Decide infatti di andare a salutare di persona l'amica, illudendosi di farlo per proluingarle la vita. in realtà è più una fuga da tutto quanto c'è di irrisolto nella sua di vita.
Mi è piacouta molto l'idea di questo libro. Trovo anch'io che il camminare, lo stare all'aria aperta o l'inventarsi uno scopo per alzarsi tutti i giorni sia terpeutico. Le lunghe ore di solitudine sono servite ad Harold per riflettere sul suo passato, i suoi rimorsi, le discussioni non fatte, i momenti di timore che lo hanno bloccato. Gli incontri con personaggi di tutti i tipi gli hanno fatto ridimensionare le sue paure ed i suoi drammi. Mi è paciuto anche che l'autrice non si sia lasciata attirare dalla facile idea di un finale strappalacrime con guarigioni miracolose, spettacolari incontrii ed improvvisi ed indolori riconciliazioni comiugali.
Nel complesso volume simpatico che può essere letto con leggerezza, ma a chi voglia prendersi del tempo per rifletterci lascia qualcosa. A me per esempio ha fatto rinvigorire l'idea che accarezzo da tempo di fare un lungo viaggio a piedi.