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Cemento ovunque
Il giardino di cemento costituisce di per sé una visione algida e grigia per un luogo che dovrebbe essere il trionfo dei colori e della vita.
Il titolo rappresenta alla perfezione tutto ciò che McEwan ha voluto infondere alla storia narrata in un pugno di pagine; impossibile per il lettore non trovarsi invischiato in un dedalo di immagini e di vicissitudini dal sapore amaro, al limite della follia e della immoralità.
McEwan si dimostra ancora una volta un autore capace di mettere in scena le sfumature più velate e borderline dell'animo umano, utilizzando la sua penna nitida e affilata per andare sotto la superficie, per portare alla luce dinamiche personali e familiari malate.
Una famiglia disgregata, figli divenuti frutto di deviazioni e ossessioni radicate, infanzia e adolescenza minate da un clima familiare opprimente e contorto.
Tutti argomenti spinosi che confluiscono in un'apoteosi di dolore, in un rincorrersi di immagini sempre più nere e scariche di speranza.
Il grigiore del cemento non si è fermato a coprire gli esili fili d'erba del giardino, ma ha soffocato le stanze della casa ed i loro abitanti.
Una storia triste, dai tratti crudi, orchestrata da un mano ferma che non concede sconti alle ipocrisie di certi ambienti sociali.
Lettura avvolgente senza spazi per prendere fiato; unica pecca una velocità eccessiva nella conclusione, quasi una mozzatura che lascia in sospensione con un pizzico di amaro in bocca.
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Per ora lascio : penso che un'opera letteraria possa essere anche molto realistica, ma debba aprire uno spiraglio alla speranza.